Mai come questa volta è necessaria, persino in altra terra europea, la consulenza politica del professor Gianfranco Pasquino. Sì, perché il capo del Partito Popolare spagnolo, Alberto Nunez Feijòo, dopo aver vinto le elezioni, sale sul palco e parla con orgoglio alla sua gente osannante e, infervorandosi troppo anche per sé stesso, elenca i risultati del suo successo elettorale, concludendo il discorso, dopo aver citato nome per nome i Capi di Governo precedenti tutti quali vincitori di elezioni, con un'espressione davvero inconsueta (e pericolosa) per un uomo esperto di politica. Ha infatti incautamente esordito sostenendo l'esistenza di un' "anomalia" nel sistema spagnolo, se da vincitore delle elezioni non dovesse poter governare, e quasi minaccia il Psoe di non ostacolare "il governo della Spagna"!
In breve, se non gli si consente di governare, tutta la Spagna cadrebbe nel disordine più assoluto.
Ma è possibile che si possa ancora confondere, anche tra chi per mestiere dovrebbe conoscere le regole, la vittoria elettorale con il diritto/dovere di governare? Quante volte il professor Pasquino deve ancora insistere, spiegando a noi italiani, e aggiungiamo ora anche agli spagnoli, che a varare i governi sono i parlamenti e non gli elettori, uomini e donne? E che per questo motivo sono tutti e sempre governi politici, perché votati in Parlamento?
(Gratta, gratta e spesso sotto un popolare si nasconde un fautore dell'autoritarismo! Quasi una maledizione.)
Forse il popolo spagnolo è più avanti di questo leader "vincitore", e saprà accogliere, con soddisfazione o con disperazione, l'esito, qualunque esso sia, del parlamento spagnolo
Se non sarà questo leader, dimentico della Costituzione, a governare, potrebbe benissimo essere il suo rivale socialista Sanchez; alla Camera dei Deputati la decisione.
O no?
Severo Laleo
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