La destra non dimentica mai di essere "destra", sia quando difende i suoi valori tradizionali (ormai tutti venduti al nuovo mercato politico, inventato, e per vent'anni e più gestito, dal ricco e prepotente Padrone), sia con i suoi difetti di sempre, conservati questi inalterati.
Ebbene questa destra, accortasi della contagiosa pericolosità, ai fini dell'estensione della dignità ad ogni persona in difficoltà economica, del reddito di cittadinanza, ha voluto trasformare, togliendo cmq ingenti risorse al contrasto alla povertà (una "vergogna" per Landini), quel minimo intervento economico di diritto alla dignità, in un intervento di continuità a una sudditanza caritatevole, ripetendo un errore già noto con la distribuzione di una miserevole card.
E segna questa miserevole card il ritorno a un paternalismo caritatevole già definitivamente scosso e superato dalla civilissima idea (produttiva a sua volta di civiltà) del reddito di cittadinanza.
Il passaggio dalla sinistra (per quanto minima) alla destra è così significativamente rappresentato dal passaggio da una politica dei diritti a una pratica dell'elemosina.
I poveri, per la destra, devono stare al proprio posto e non possono esercitare una benché minima libertà economica, sia pure per la sussistenza, con un proprio reddito di cittadinanza.
Al contrario possono soltanto ricevere la card dell'elemosina, anche con qualche limitazione strumentale al raggiungimento di altri obiettivi! Senza vergogna, perché senza un'idea di civile empatia sociale.
Eppure in un paese civile, e l'Italia è un paese civile, l'attacco a un elementare diritto di civiltà da parte della destra pare ancora sostenuto da un diffuso gradimento elettorale.
Sembra incredibile.
Forse verrà tempo, e forse sarà presto, che le persone ragionevoli apriranno gli occhi e con garbo inviteranno questa destra, costruita nel berlusconismo, a fuggire dal governo.
O no?
Severo Laleo
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