martedì 11 settembre 2012

Un leader giovane (forse) e nuovo (forse) del Pd e il senso del limite




Leggo da un’agenzia Asca le ultime dichiarazioni di Renzi,
uomo del PD, lettore obbligato della sua “Carta di Intenti”,
lanciate per conquistare nelle primarie il voto di un’ascoltatrice
di “Radio Toscana”. Eccole nell’ordine, con un crescendo,

dalla profondità dell’analisi storica

''In un momento nel quale i dirigenti nazionali hanno fatto vedere
quello che sapevano fare, secondo me molto meno di quello che potevano fare,
ora tocca ai sindaci esprimere una qualità e una competenza
totalmente diversa''

alla visione profetica di un futuro da “mettere in piedi

Noi pensiamo che il futuro non sia una minaccia ma una opportunità.
La classe dirigente attuale e' andata avanti per anni a rimandare i problemi: il debito? L'Ilva? Il Sulcis? Ci penseranno quelli che verranno dopo. Noi invece pensiamo che il futuro vada messo in piedi ora''

al coraggio politico di “radere al suolo” la burocrazia

''Noi sindaci siamo in condizione di conoscere come la burocrazia deve essere cambiata o, in alcuni casi, rasa al suolo''

all’alta qualità, senza pari, della motivazione per “mettersi in gioco

''Io avrei tutto l'interesse a stare fermo e buono, ma e' il momento di mettersi in gioco e di tirare il nostro calcio di rigore. Noi siamo capaci di rischiare''

alla definitiva presa di coscienza, civile questa volta, del senso dellarottamazione

''Non vogliamo rottamare le carriere, anche se visto che sono stati 20 anni in Parlamento e hanno fallito una riflessioncina andrebbe fatta, ma vogliamo rottamare le idee''

I giovani, a ben ragione, sono stufi della “vecchia” classe politica,
hanno diritto a rottamare i “vecchi” (basterebbero civili regole statutarie),
ma rinunciare alla severità del discorso politico è pericoloso
ed è già roba di nuovi giovani e nuovi vecchi dal vizio antico.
Il solo da rottamare.
O no?
Severo Laleo

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