Nei giorni scorsi il ritornello, noioso, e senza utilità,
di uomini politici, Renzi sopra tutti,
e di imprenditori, Squinzi
sopra tutti, è stato unanime:
“fate presto, il paese brucia”.
E l’invito era per Bersani,
perché trovasse un accordo. Con il Pdl.
Subito.
Alla fine Bersani
cede, e, per far presto, incontra Berlusconi,
e propone un candidato gradito al Pdl, Marini. Accordo ok.
Il Pd a maggioranza approva. Per far presto. Alla
prima votazione.
Ma i sostenitori del “fate presto”, e del “decider alla svelta, purché si decida”,
scoprono la dimensione politica del tempo: e a ragione.
E per fortuna. E salta la prima votazione, e si sceglie di aspettare.
Ancora.
Forse il tempo in politica, se usato a proposito, è una
risorsa.
Sempre.
Il “decidete, purché
decidete in fretta, che il mondo corre” pare,
ora, un’inutile strumentale retorica.
O no?
Severo Laleo
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