martedì 23 aprile 2013

Il governo di minoranza, anzi delle minoranze




L’inganno immane della politica italiana è ormai palese.

Non si sa ancora se andrà in porto, ma il disegno appare comunque delineato. Eppure spero ancora di sbagliare, immaginando
presto un incremento di democrazia all’interno del Pd.
Il nuovo, Renzi, si fa vecchio, contro il vecchio, Bersani, determinato
a costruire il nuovo, cioè il cambiamento vero, deciso dall’esito
della tornata elettorale di Febbraio, dal successo forte, e persino determinante, 
se solo fosse stato utilizzato, del M5S.

Sono responsabili, insieme, i giovani scalpitanti d’ambizione, i Renzi,
i manovratori del voto segreto, i Senza Volto, il ritorno, costituzionalmente stravolgente, perché scientemente politico,
del Presidente Napolitano, e, non ultima, l’insipienza politica,
non del M5S, ma di Grillo.

La linearità di Bersani, sancita alla luce del sole da un democratico confronto, 
è sconfitta nel segreto delle urne dai padroni del voto segreto.
Tutte le minoranze, sconfitte su ogni fronte, dentro e fuori il Pd,
firmeranno le larghe intese. E avranno un carattere comune, queste minoranze: seguono tutte un “leader” popolare, al di là delle regole, sempre faticose, 
ma d’obbligo, della democrazia piena e trasparente.
Il "nuovo" populismo. Pronto l'acuto slogan: "Vincere"
Nascerà, forse, un governo, comunque, di minoranza (i sì alle larghe intese nel Pd sono stati conquistati grazie solo ai franchi tiratori)
per la resurrezione di Berlusconi, il solo pesantemente sconfitto
alle elezioni di Febbraio (solo 2 persone su 10 hanno scelto Berlusconi;
più chiaramente: se inviti a cena dieci tra amiche e amici, solo due difenderebbero Berlusconi in una discussione politica; eppure in televisione, nei giornali, 
in Parlamento, persino nel discorso del Presidente Napolitano 
è di Berlusconi il progetto vincente).

Vorrei tanto sbagliarmi. 
Ma, si sappia, i bisogni delle persone in carne ed ossa non rispondono
in silenzio agli inganni. Forse per la sinistra della Costituzione, della giustizia sociale, dell’uguaglianza e della convivialità si è aperta
una stagione nuova. Di chiarimento definitivo, europeo.

O no?
Severo Laleo

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