Se il Pd, asse portante del centrosinistra,
ha vinto questa tornata
elettorale amministrativa, dappertutto e
nonostante tutto,
è per una ragione semplicissima: l’esistenza nel corpo elettorale,
a prescindere, e nonostante tutto, di una banda di
irriducibili.
Antropologicamente irriducibili.
Non valgono i discorsi politici, le analisi
dei sondaggisti,
gli studi intorno ai flussi elettorali: sono
tutte chiacchiere morte.
Sì, perché al di là del voto minimale d’obbligo
dei tanti clienti controllabili,
e al di là del voto minimale d’obbligo dei
tanti attivi
nella macchina elettorale, valgono solo gli
irriducibili.
Sì, gli irriducibili, ossia tutte quelle
persone educate al senso
del dovere e della responsabilità personale,
sia in famiglia,
sia a scuola, sia in parrocchia, sia in
qualche sezione/circolo di partito,
sia in qualche associazione di solidarietà.
Si tratta, in breve, di tutte quelle persone
disponibili a “donare”
il proprio tempo per recarsi alle urne, e
votare, non tanto per conquistare
un “beneficio” immediato e diretto (ad
esempio, rimborso IMU, condono edilizio),
ma solo per non venir meno a un dovere civico e politico.
Persone dunque
con un’idea indefettibile della partecipazione.
A prescindere. E nonostante
tutto.
Ora, è abbastanza facile, soprattutto in
questi tempi
di crisi economica e di sfiducia generale, contare
le persone
con un forte senso del dovere e della
responsabilità
in maggior numero, se Pagnoncelli è d'accordo, tra gli cosiddetti “perdenti”,
tra i
difensori della legalità, tra i difensori dell’ambiente, tra i
difensori dei beni
comuni, tra i difensori della dignità della
persona, dovunque e comunque,
tra i difensori della libertà di tutti dal
bisogno. In altre parole,
tra quanti, da Treviso a Roma, hanno una
grossa difficoltà culturale
a pronunciare dinanzi al generale disastro:
“me
ne frego”
A questi irriducibili dell’”I
care” deve il successo elettorale il Pd.
E a questi irriducibili deve dare risposte,
perché solo questi irriducibili,
e molti sono di sinistra, meritano ora ascolto. Almeno per ora.
Forse Bersani, il mite Bersani, non aveva tutti i torti.
Per governare il Pd non ha bisogno di altri voti, non è necessario andare
a scomodare
nuovi leader, magari alla Renzi, solo per andare a catturare
qualche voto nell'elettorato
del centrodestra. Per vincere, non conviene.
Del centrodestra torna utile l'astensionismo. Al centrosinistra
conviene
amministrare bene, nell'interesse generale, di tutti, in silenzio.
Senza sbrodolamenti ambiziosi. Perché al centrosinistra bastano gli
irriducibili.
O no?
Severo Laleo
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