“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza
della
propria persona…”,
ma a Lampedusa
muoiono a centinaia i migranti, anche donne
e bambini, tutti in cerca di una nuova,
legittima e sacrosanta, speranza
e possibilità di vita.
“Tutti
gli esseri umani nascono liberi ed eguali
in dignità e diritti”,
ma i migranti nel mondo sono sempre, come
nel canto di lacreme napulitane,
“carne 'e maciello”.
“Tutti gli esseri umani sono dotati di ragione
e di coscienza e devono
agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”,
ma nel mare di Lampedusa "tre pescherecci hanno visto e non si sono fermati"
“Ad
ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà …
senza distinzione alcuna, per ragioni
di razza, di colore, di sesso, di lingua,
di
religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale
o
sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione … ogni individuo
ha il
diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni …
ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso
il
proprio, e di ritornare nel
proprio paese”,
ma i naufràgi nel Canale di Sicilia distinguono sempre
con precisione i barconi da colpire e sono spesso
un destino
di morte solo per chi lascia il proprio
Paese, anche in cerca di asilo.
“Ogni
individuo, in quanto membro della società, ha diritto
alla sicurezza sociale,
nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo
nazionale
e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione
e le
risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali
indispensabili
alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità”,
ma ogni approdo per miracolo sano e salvo alla
terra di Lampedusa regala
a ogni
migrante, all’istante, attraverso una legge assurda
e spregiante la umana dignità, il reato di
clandestinità.
“Ogni
individuo ha diritto ad un ordine
sociale e internazionale
nel
quale i diritti e le libertà … possano essere pienamente realizzati”,
ma il mare nero di morte di Lampedusa
indica il punto rosso
di un “disordine
stabilito”, di un mondo senza solidarietà,
di una “vergogna”.
O no?
Severo Laleo
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