Il Galateo
appare in Italia nel Rinascimento. E’ il libro per eccellenza
del “viver civile”. Un libro di regole, di consigli, e di limiti da rispettare.
Bisogna essere
orgogliosi noi Italiani: siamo, nel mondo,
il Paese della buona educazione e
delle buone maniere.
“Anche di Pulcinella”, ribatte subito
il mio amico Scapece.
E’ vero, eppure, a suo modo, Pulcinella conserva le sue buone
maniere.
E’ comunque pulito e generoso. E sempre a suo modo è solidale.
La più grave devastazione della buona
educazione è roba recente.
Esplode nella “nuova” politica dei Bossi e dei Berlusconi, nei “nuovi” palinsesti
della TV, ancora di Berlusconi, nel “nuovo” capitalismo,
ancora di Berlusconi,
e dei Ligresti e dei Riva. E la maleducazione si diffonde senza freni,
varca
ogni limite e diventa modello. Per conquiste di rapina.
Alla fine, meraviglia, contro la deriva
dell’arroganza cafona
e prepotente e danarosa vien percepito leggero, castigato e liberatorio
il Vaffa
dei grillini. E’ l’effetto della misura colma.
E chi era stato chiamato nelle istituzioni a
dire dei no ai maneggi,
a opporre il limite dell’etica, della legge
e della cultura, in una parola
il “viver civile” del Galateo, spesso ha subito il fascino del danaro
e ha scelto di farsi servo, vinto, perché senza difese, dalle sirene
di un danarismo avvilente. A destra, a
centro, a sinistra.
Per un lento avvelenamento dal sembiante del successo, della vittoria.
Nell’800, ancora un italiano, Melchiorre Gioia, nel riprendere il Galateo
per un suo moderno aggiornamento, scriveva: “L'onore
e la giustizia sono
il primo limite ai sacrifizi che si possono ricercare agli
amici; ogni lesione
all'uno o all'altro non debb'essere né chiesta né concessa:
ab amicis honesta
sunt petenda...Generalmente gli amici volgari, cioè quelli
che professano
amicizia per interesse, per vanità, per convenienze sociali,
pretendono
che sacrifichiate loro il vostro onore e la giustizia che dovete a
voi stesso
e agli altri; per amicizia, se siete giudice, dovete tradire la
giustizia;
se testimonio, la verità; se impiegato, l'interesse pubblico"
(Melchiorre Gioia, Il primo e il nuovo Galateo, 1859, p.
275).
Eppure, ancora nel 2000, sono soprattutto
gli italiani, a ogni livello, a tessere
le reti di “volgari amicizie” – non
può esistere una classe dirigente disonesta
in un paese di onesti-, a darsi da
fare perché la giustizia sia tradita,
la
verità manipolata, l’interesse pubblico negato. Sempre e comunque.
Solo così puoi avere una ministra della Giustizia,
Cancellieri, porsi a
disposizione di
un Ligresti; solo così puoi avere un
Primo Ministro, un Berlusconi,
condannato per frode fiscale –la frode più nobile del “viver civile”!-;
solo
così puoi avere una classe dirigente prona, al servizio del silenzio,
perché nel
libro paga di un qualunque Riva.
O no?
Severo Laleo
P.S. Il Paese, ormai stravolto dalla
violenza della dismisura, tornerà a praticare
il “viver civile”, anche
perché i mille galantuomini del capitalismo italiano,
i mille galantuomini del giornalismo italiano, i mille galantuomini della politica
italiana, i mille galantuomini comunque al lavoro senza rumori,
continueranno a resistere in “onore e giustizia”. Senza differenze tra le generazioni.
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