Il Pd,
insieme ad altri, e, per fortuna, insieme al M5S, espelle
dal Senato Silvio Berlusconi per indegnità.
Indegnità morale.
Il Pd,
al Senato, non riconosce a Silvio Berlusconi,
condannato
per frode fiscale, il reato più odioso
contro la coesione sociale
di una comunità democratica, la dignità di poter “parlare”
dei problemi della Nazione.
Eppure Renzi, il segretario di quello stesso Pd,
rapido, intrepido nel non mollare,
nonostante l’opposizione di una parte del Partito,
sconfessa i senatori del Pd,
salta/aggira il limite dell’indegnità
morale,
e invita l’”espulso dal Senato” a casa
sua,
nella casa del partito di De Gasperi e Berlinguer,
nella casa del partito della “questione morale”,
a “parlare”
delle regole fondamentali di una comunità.
Incomprensibile. Ingiustificabile.
Che hanno da spartire le persone serie e
oneste del Pd
con le ambizioni stravolgenti di questa ”nuova” classe dirigente
senza senso del limite?
Poco, molto poco. E la legge elettorale non
c’entra.
O no?
Severo Laleo
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