Un po' tutta la stampa, chissà perché, nei giorni scorsi, ha voluto riportare nei titoli, a proposito dell'interruzione con un sms per centinaia di migliaia di persone del reddito di cittadinanza, questa espressione, tra le altre, della ministra Calderone: "C'è chi soffia sul disagio." Evidentemente l'espressione è significativa. Per molti aspetti.
Ma qui se ne vuole segnalare solo la sguaiataggine sostanziale propria di chi resta indifferente di fronte alla sofferenza delle persone.
La ministra Calderone ammette dunque l'esistenza del disagio, ma non percependone la gravità, non si preoccupa del suo dovere di eliminare/alleviare il disagio, al contrario ritiene essere suo compito "politico" di governante quello di tener buone le persone povere attaccando chi "soffia sul disagio".
Una visione paternalistica se non autoritaria della democrazia: forse sparirà il disagio se non "si soffia"?
L'espressione della ministra Calderone mostra tutta l'insensibilità sua e di questo governo verso le persone povere, un governo forte con i deboli e schiavo dei (pre)potenti.
E avrà anche questo governo la maggioranza di quella parte che è andata a votare, ma ora è chiara a tutte/i la sua irriducibile (cattiva) incompetenza.
Per il senatore Casini, se non altro ricco di esperienza, solo Meloni "regge" nel disastro generale, ma credo s'inganni, e di grosso, perché saper navigare in politica non è esprimere una "visione" (e se esiste é pericolosa).
Presto la barca affonderà (e questa volta senza vittime).
O no?
Severo Laleo
P.S. A proposito di reddito di cittadinanza e lavoro, dichiara un ottimo Bersani a La Stampa: "Questa è la brutalità di gente che non riconosce la povertà. La ministra Calderone dice che, chi vuole, il lavoro lo trova: evidentemente viene da Marte".
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