Caro Scapece,
lo sai tu, vero, che
potrei benissimo essere considerato un appartenente
(solo idealmente,
eh!) al Club Radicale?
Sì,
il Club Radicale. Non
ce l’hai presente? E vabbè,
ora ti spiego.
Il
Club Radicale, devi sapere, è un club la cui base
culturale comune
-scrive
Raffaele Simone
nel suo libro L’Ospite e il Nemico-
“è formata
da un aggregato poco amalgamato
ma assertivo di assunti radical:
vi confluiscono esigenze comuniste e egalitarie,
umanitarie, cristiano-sociali,
anti-imperialiste, anti-capitaliste e
anti-occidentali,
no-global,
femministe, omosessuali, non-violente, terzomondiste,
ambientaliste, vegane e
animaliste”.
Lo vedi, è proprio
il mio Club
(insomma!),
sia
perché non posso nascondere l’impronta
cristiano-sociale
nella mia formazione, attraverso la quale ho
anche filtrato/accolto
esigenze
comuniste, femministe, non-violente, sia perché ho
sempre riservato
una grande
attenzione, forse per deviazione professionale, ai “valori”
(se si può ancora
usare questa parola) presenti nelle Grandi Carte,
quali la
Costituzione Italiana, la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani,
eppure, t’assicuro,
nonostante l’autore
del libro,
appunto
Raffaele Simone,
sia
molto severo e
molto
critico
con
il Club,
responsabile
tra l’altro di
un uso scrupoloso
del Politicamente
Corretto
nella
strategia di comunicazione tendente a nascondere ogni differenza
tra
nativi
e nuovi arrivati,
mi
è facile ammettere, abbandonando il vizio grave
proprio
del
Club
(non
mio, eh!) di
non voler aprire bene
gli
occhi,
che
il
suo libro è
fondamentale per avviare una
riflessione seria, consapevole,
informata sulla Grande
Migrazione (il
titolo completo del libro infatti è:
L'ospite
e il nemico. La grande migrazione e
l'Europa,
da fine novembre
nelle librerie).
nelle librerie).
A
leggerlo si capisce chiaramente che il Club Radicale ha
le sue responsabilità
se l’Europa non ha
saputo affrontare con un serio progetto politico la grande
ondata migratoria proveniente da Africa e Asia; al contrario, sembra aver favorito
il sopravvento dell’idea minimizzatrice che tutto si potesse aggiustare,
magari con il tempo; e la cronaca è piena di esempi di sottovalutazione di episodi
di violenza qua e là in Europa; così dum Romae consulitur...
ondata migratoria proveniente da Africa e Asia; al contrario, sembra aver favorito
il sopravvento dell’idea minimizzatrice che tutto si potesse aggiustare,
magari con il tempo; e la cronaca è piena di esempi di sottovalutazione di episodi
di violenza qua e là in Europa; così dum Romae consulitur...
Un ruolo negativo
nell’affrontare concretamente le questioni legate
alla Grande Migrazione ha avuto anche la “mitezza” del nostro apparato normativo
e delle nostre occidentali regole di convivenza. (Forse perché, a mio parere,
la mitezza, spesso malintesa, per colpa dei governanti, ha vestito i panni
più del lasciar perdere e dell’accidia che della prudenza attiva.)
alla Grande Migrazione ha avuto anche la “mitezza” del nostro apparato normativo
e delle nostre occidentali regole di convivenza. (Forse perché, a mio parere,
la mitezza, spesso malintesa, per colpa dei governanti, ha vestito i panni
più del lasciar perdere e dell’accidia che della prudenza attiva.)
Anzi, ti dirò,
grazie a questo libro, sebbene ancora mi capita a volte di propendere
per gli estremisti della libera circolazione (mi è venuta voglia di leggere
anche il libro, più volte citato da Simone, di Donatella Di Cesare),
ho cercato di introdurre qualche limite e controllo nelle mie idee “miti”,
sempre un po’ sfuggenti di fronte ai dati della realtà.
per gli estremisti della libera circolazione (mi è venuta voglia di leggere
anche il libro, più volte citato da Simone, di Donatella Di Cesare),
ho cercato di introdurre qualche limite e controllo nelle mie idee “miti”,
sempre un po’ sfuggenti di fronte ai dati della realtà.
Tu che vivi in una
città che ha visto partire i bastimenti per terre assai luntane,
in cerca di fortuna, che ha visto le lacrime degli emigranti, consapevoli,
amaramente, di essere carne ‘e maciello, e che ora, ingoiate da tempo
le lacrime, gioisce perché un suo corregionale, Bill de Blasio, è sindaco
di New York, sai bene quanto sia importante capire, con la necessaria attenzione,
cos’è ora la Grande Migrazione, molto diversa, avverte però Simone,
dalla nostra di fine ottocento.
in cerca di fortuna, che ha visto le lacrime degli emigranti, consapevoli,
amaramente, di essere carne ‘e maciello, e che ora, ingoiate da tempo
le lacrime, gioisce perché un suo corregionale, Bill de Blasio, è sindaco
di New York, sai bene quanto sia importante capire, con la necessaria attenzione,
cos’è ora la Grande Migrazione, molto diversa, avverte però Simone,
dalla nostra di fine ottocento.
E’
un libro da leggere, te lo consiglio. Anzi, aggiungo: dopo aver letto
il libro,
mi
sento più sicuro nell’affrontare la discussione sull’argomento
con chicchessia,
perché
ho abbandonato il mio irenismo un po’ superficiale, e non bene
informato,
buono
per ogni occasione, e ho adottato, con i miei limiti e i miei
radicati
sentimenti, il realismo, sia pure apprensivo, di R. Simone.
sentimenti, il realismo, sia pure apprensivo, di R. Simone.
E
chissà se è ancora possibile coltivare idea/speranza di M. Mauss: "il «segreto»
della convivenza dei popoli e delle nazioni consiste nel saper trovare ogni volta
delle modalità istituzionali attraverso cui possano «contrapporsi
senza massacrarsi, e a “darsi” senza sacrificarsi l’uno all’altro».
Mauss suggeriva che per rompere il cerchio infernale della guerra
di tutti contro tutti occorre affidarsi alla logica del dono,
del donare/ricevere/ricambiare, che è la sola in grado di far «deporre le lance»,
di creare «rapporti stabili» e di trasformare in socius chi prima era considerato
come nemico." (F. Fistetti in “Dal mito della crescita all’homo convivialis” 2014).
della convivenza dei popoli e delle nazioni consiste nel saper trovare ogni volta
delle modalità istituzionali attraverso cui possano «contrapporsi
senza massacrarsi, e a “darsi” senza sacrificarsi l’uno all’altro».
Mauss suggeriva che per rompere il cerchio infernale della guerra
di tutti contro tutti occorre affidarsi alla logica del dono,
del donare/ricevere/ricambiare, che è la sola in grado di far «deporre le lance»,
di creare «rapporti stabili» e di trasformare in socius chi prima era considerato
come nemico." (F. Fistetti in “Dal mito della crescita all’homo convivialis” 2014).
Un’ultima
cosa. Che nasce, come tu ben sai, solo
da una mia fissazione:
tutto il male, tutta la conflittualità originata dalla Grande Migrazione,
e tutte le conseguenti ipotesi di stravolgimento in un futuro prossimo
dell’assetto europeo così come oggi è dato, ho la sensazione appartengano
al solito schema di lotta per il predominio di stampo maschilista;
ci si può interrogare se esiste/esisterà un ruolo delle donne per andare
oltre il solito schema? (Nella pagina dei ringraziamenti c’è posto
anche per Ruth…) Tu che dici? E’ lecito o no?
tutto il male, tutta la conflittualità originata dalla Grande Migrazione,
e tutte le conseguenti ipotesi di stravolgimento in un futuro prossimo
dell’assetto europeo così come oggi è dato, ho la sensazione appartengano
al solito schema di lotta per il predominio di stampo maschilista;
ci si può interrogare se esiste/esisterà un ruolo delle donne per andare
oltre il solito schema? (Nella pagina dei ringraziamenti c’è posto
anche per Ruth…) Tu che dici? E’ lecito o no?
Stammi
bene caro Scapece, e buone
cose sempre.
Un
abbraccio,
Severo