domenica 20 maggio 2012

La scuola, di nuovo, bottega di civiltà


 Cara Melissa, cara Veronica, care/i alunne/i dell’Istituto “Morvillo Falcone”,
ormai è chiaro a tutti, il volto pulito e libero dell’Italia siete voi.
Siete voi, così determinati a gridare, dalla vostra scuola, a tutti noi,
di “guardare la legalità in faccia”, nei volti amici di Falcone e Borsellino;
siete voi, così determinati a chiedere di “attuare finalmente le idee e proposte
di Giovanni Falcone, anche per dare un senso a morti di giovani studenti,
caduti in una guerra troppo spesso tradita da chi l’avrebbe dovuta combattere
con loro: potenziamento dei pool antimafia; 
sequestro immediato dei beni dei mafiosi;
esclusione di proventi di attività criminali dalla scudo fiscale;
carcere duro per tutti i boss e affiliati di mafia, camorra e ‘ndrangheta“;
siete voi, con la vostra speranza fervida di un futuro normale in un Paese civile,
siete voi, e solo voi, la  “minaccia” vera e irriducibile
per chi continua, con l’arroganza ignorante dell’imbroglio, con le ribalderie,
con le connivenze, con la violenza, da delinquente, a tenere il Paese
nella paura e nella sudditanza.
Sono delinquenti e schiavi i manovali delle bombe,
sono delinquenti e padroni i mandanti delle stragi,
sono delinquenti e complici i silenzi di chi sa,
sono delinquenti e ignavi i ritardi della classe politica,
sono delinquenti e insopportabili le nostre pigrizie mentali.
Ma il tuo sacrificio, cara Melissa, con l’infinito dolore dei tuoi cari,
la tua sofferenza, cara Veronica, le vostre ferite, care/i ragazze/i,
siatene certi, costringeranno noi tutti, Resistenti del 2000,
ad aprire gli occhi, definitivamente,
perché anche al nostro Paese sia data la possibilità
di costruire una via nuova, la vostra, verso la civilizzazione.
E toccherà di nuovo alla scuola, con i suoi poveri mezzi e strutture,
ma con la generosa e misconosciuta serietà larga dei suoi operatori,
seguendo l’intuizione, pedagogica, di Dalla Chiesa, un generale, e di Caponnetto,
un magistrato, difendere, contro la violenza mafiosa, la civiltà della mitezza.
Per il cambiamento della nostra società.
E sappia il nostro Ministro dell’Istruzione, per le sue decisioni nel caso,
per le finalità dei nuovi investimenti, ora d’obbligo, senza altre scuse,
che la scuola della legalità è la scuola dell’accoglienza, della “promozione”,
della cooperazione, fra tutti e per tutti, senza esclusioni;
in una parola, è la scuola della gioia della vita
contro la strategia della paura della morte.
Un abbraccio a tutte/i voi, con l’impegno a essere al vostro fianco,
Severo Laleo


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