Immaginate davanti a voi in fila dieci italiane/i: vecchi e giovani,
poveri e ricchi,
tristi e allegri. Ebbene
di tali dieci italiane/i davanti a voi in fila hanno votato:
nel 1948 : più di
cinque (5) per il centrodestra;
nel 1953: quasi sei
(6) per il centrodestra;
nel 1958: più di
cinque (5) per il centrodestra;
nel 1963: più di
cinque (5) per il centrodestra;
nel 1968: più di
cinque (5) per il centrodestra;
nel 1972: più di
cinque (5) per il centrodestra;
nel 1976: più di
cinque (5) per il centrodestra; con un PCI al 34%;
nel 1979: cinque (5)
per il centrodestra; con un PCI al 30%;
nel 1983: cinque (5)
per il centrodestra; con un PCI vicino al
30%;
nel 1987: cinque (5)
per il centrodestra; con un PCI al 27%;
nel 1992: più di
cinque (5) per il centrodestra; con un PDS al 16%;
nel 1994: più di
cinque (5) per il centrodestra; PDS al 20% e Berlusconi al 21%;
nel 1996: più di
cinque (5) per il centrodestra; PDS al 21% e Berlusconi al 21%;
nel 2001: più di cinque
(5) per il centrodestra; DS al 17% e Berlusconi al 30%;
nel 2006: parità,
grazie ai voti di Mastella (sic!); Ulivo al 31% e Berlusconi al 24%;
nel 2008: più di
cinque (5) per il centrodestra; PD al 33% e Berlusconi al 37%;
nel 2011: tornata
referendaria: s’apre una strada per il cambiamento;
nel 2013: solo quattro (4) votano per il centrodestra,
Monti compreso;
PD al 25% e Berlusconi al 21%.
E grazie solo a uomini e donne del Movimento 5 Stelle.
O no?
Severo Laleo
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