martedì 5 febbraio 2013

I padroni, i partiti e la vaga democrazia




La Fiat, in Italia, rappresenta la modernità, il futuro, 
l’avanguardia della tecnologia, e, insieme, la creatività “nostrale”, 
tipica dei nostri territori, provinciale, quasi un’indicazione geografica protetta 
(IGP), a mo’ di “melannurca”: ha creato, di fatto, la Fiat
grazie a una managerialità padronapur in tempo di clima elettorale, 
gli stipendi garantiti senza lavoroanche se solo per 19 operai a targa FIOM.
La novità è grossissima, originalissima, ma desta scarso dibattito. Anzi silenzio.
I “padroni”, si sa, sono per la libertà, e non tollerano condizionamenti esterni.
E padroni sono molti giornali, se lasciano il racconto nella cronaca.
E padronali sono anche le parole di qualche partito, 
se non sceglie subito la lotta.  
E padronale è il silenzio dei sindacati del lavoro, 
se la solidarietà scordano.
E impotente e padronale discorre di dignità la Ministra del Lavoro Fornero.
Solo la FIOM s’indigna e chiede l’intervento delle Istituzioni.
Ma niente cambia, per ora. 
Perché il nostro è ancora un paese a democrazia vaga.

E come potrebbe essere diversamente, se a costruire la democrazia, in Italia,
e a svolgere i controlli della democrazia, sono partiti che non conoscono,
e non praticano, al proprio interno, la democrazia?
Anzi i “soci” di partito spesso si affidano allegramente a un “padrone”,
meglio se ricco o di alto nome.
E ogni partito, con qualche rara importante eccezione, ha il suo padrone.
E ogni padrone di partito propone tutto e il contrario di tutto:
una pratica facile da apprendere, anche per professori di serietà.
Perché i padroni comunque amano la libertà, di comandare e di decidere,
per il bene dei fedeli sostenitori.
Eppure quei padroni, sia pure grazie ad alleanze, avranno domani il compito 
di servire le istituzioni. E’ mai possibile?

Forse il Paese che ha manganellato a morte Piero Gobetti,
in assenza di un ravvedimento operoso,
continuerà ancora a carezzare un’idea vaga di democrazia,
almeno fino a quando una legge sui partiti non ci avrà obbligato
a praticare la democrazia senza padroni.


O no?
Severo Laleo




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