Dopo ore di schermaglie e di minacce, e di parole
spropositate
(Schifani ha parlato di
“plotone
di esecuzione” e di “camera a gas”:
solo il Pdl non comprende la volgarità del
paragone), alla fine
la proposta giunge ed è questa: “Il
senatore Andrea Augello
del PDL ha concluso la sua ampia relazione
chiedendo
che venga convalidata la posizione del Cavaliere, ovvero che il
leader
del Pdl non decada dal suo seggio a Palazzo
Madama”.
In altre parole, un Senatore di questa
Repubblica, obbediente
perinde
ac cadaver, al suo Capo, perché dal suo Capo, per via
del Porcellum, nominato, ma laicamente libero
da ogni
condizionamento di civiltà etica e/o di retaggio liberale,
ritiene, dopo una meditata analisi della
normativa vigente,
lunga 80 pagine, legittima, normale,
auspicabile, doverosa
la presenza di un condannato per frode
fiscale nel Senato.
Che dire? La pervicace lotta di una
oligarchia del denaro
e dei privilegi contro la legalità
democratica ha raggiunto
il suo apice. E un’altra martellante pubblicità progresso
è partita a sostegno della devastazione
imminente del diritto.
Eppure, l’Augello, forse, non ha tutti i torti: gli interessi
della Nazione devono essere tutti
rappresentati in Parlamento.
Anche gli interessi dei frodatori del fisco.
O no?
Severo Laleo
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