venerdì 14 settembre 2018

Lafargue, un rivoluzionario contro gli eccessi a difesa del limite





Paul Lafargue, “di formazione proudhoniana, marxista dagli anni sessanta,
organizzatore delle prime formazioni socialiste in Francia e Spagna,
intellettuale militante e polemista” (il giudizio è di Lanfranco Binni,
curatore del volume “Il diritto all’ozio”, appunto di Paul Lafargue),
così scrive ad inizio d’opera nella Dedica ai suoi collaboratori
del periodico parigino «L’Égalité»: “Cari compagni, con occhi attenti
e la passione in cuore siamo partiti in guerra contro la società capitalista
che schiaccia l’operaio come la mola il grano. I borghesi, nostri padroni,
questi figli degeneri dei Rabelais e dei Diderot, predicano l’astinenza.
La loro morale capitalista, penosa parodia della morale divina,
ha sommerso di anatemi le passioni umane; il loro ideale
è la trasformazione del produttore in una macchina che fornisca lavoro
senza tregua né pietà. Rialziamo la bandiera dei materialisti
del Rinascimento e del XVIII secolo, proclamiamo alla faccia di tutti i bigotti,
di tutti i collitorti della chiesa economica e della chiesa cristiana,
che la terra non deve essere più una valle di lacrime per la classe operaia,
che nella società che costruiremo, «pacificamente se sarà possibile,
altrimenti con la violenza», ogni passione umana sarà libera di esprimersi
perché «tutte sono buone per loro natura, dobbiamo solo evitarne il cattivo uso
e gli eccessi» (Descartes, Le passioni dell’anima). E per evitarne il cattivo uso
e gli eccessi bisogna che trovino un reciproco equilibrio liberandosi tutte.

A volte anche un libertario ateo può trovare sostegno in un filosofo
saggio e (pare) buon cristiano.
O no?

Severo Laleo



1 commento:

  1. Biensur!non piu' valli di lacrime per la classe operaia ma un po' di "paresse"

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