Il maschilismo macho, orientale e invidioso, di Vladimir Putin,
già capo del Kgb (e la parola gela ancora!),
e del suo amico caro, il nostro Premier, Silvio Berlusconi,
nonostante differenze, pur rilevanti, di geografia, storia, cultura,
ha un’identica origine: la negazione dell’essere “persona”,
e la sua riduzione, violenta, a oggetto, a genitalità,
a strumento di piacere animale,
con l’aggravante dell’umano ringraziamento in raffinata paga a prestazione.
O no?
Severo Laleo
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