Oggi, Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere, incontra/trova la sua verità e scrive: “Sì, Berlusconi si sta rivelando un pessimo presidente del Consiglio, non si sa come mandarlo via e di fronte alla crisi economica il governo si è mostrato di una pochezza e una goffaggine uniche”.
Bene. E grazie per il coraggio.
Il tempo della verità (si fa per dire) giunge per tutti.
Eppure il Nostro, appena dopo aver chiuso il suo definitivo giudizio politico su Berlusconi Presidente del Consiglio, e sulla goffaggine senza confronti del suo Governo, giudizio ormai largamente condivisibile, tenta, attraverso l’uso serrato e rigoroso della logica dell’altrove, di svelare l’altra verità del nostro Paese: “Il problema vero, profondo, strutturale dell'Italia sta altrove. Sta nell'esistenza di un immane blocco sociale conservatore il cui obiettivo è la sopravvivenza e l'immobilità.”
Non è convincente il discorso.
Anzi pare viziato da un’antica abitudine italiana, assente in Montanelli.
E chiedo:
1. Se esiste “un immane blocco sociale conservatore” in questo nostro Paese, è possibile anche ipotizzare al suo interno l’esistenza di un’intellettualità diffusa (università, professioni, giornali) silenziosa, priva di cultura liberale, accomodante, complice, ignava?
2. Nelle ultime tornate elettorali (Referendum, Milano, Napoli) da quale parte si è schierato l’ “immane blocco sociale conservatore”?
Noi forse si crede di conoscere la risposta.
O no?
Severo Laleo
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