mercoledì 20 giugno 2012

Cameron, l’esilio fiscale e la destra di rapina




Gli Inglesi hanno conservato, in verità, in allegria, l’istinto rapinatore
di saper godere delle ricchezze altrui, a prescindere dalle modalità della “rapina”.
Una volta, un po’ di anni fa, racconta la storia, toccò a Francis Drake,
figura eroica (eroica? “vabbuò, jà”) di pirata europeo,
di alleggerire le navi spagnole delle trafugate ricchezze americane.
Ora, racconta la cronaca, tocca al liberale moderno (moderno? “vabbuò, jà”),
Cameron, di sostenere la nuova frontiera europea dell’esilio/asilo fiscale,
per rapinare alla Francia le previste entrate hollandiane.
«Quando la Francia introdurrà un’aliquota del 75 per cento per la fascia superiore dell’imposta sul reddito [oltre il milione di euro] – ha esclamato felice Cameron,
dando prova del suo alto senso di coesione europea - srotoleremo il tappeto rosso
e accoglieremo più aziende francesi che pagheranno le tasse nel Regno Unito.
Servirà a pagare i nostri servizi pubblici e le scuole».
Questa volta la modalità di rapina non è un’aggressione piratesca, per mare,
lontano dalla Patria, è, al contrario, l’esplicitazione di una visione politica 
della destra, nel centro dell’Europa, dove nasce, se mai è morta, 
una solidarietà tra ricchi, indisponibile a togliere a chi può pagare, 
ma pronta a tartassare chi non può pagare.
Forse la lotta di classe esiste ancora, se i poveri, persa la “propria”coscienza,
non riescono più a reagire e, pur indignati, continuano a percorrere 
le strettoie obbligate della nuova schiavitù da spread.
O no?
Severo Laleo

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