Caro Scapece,
e chi avrebbe mai
potuto immaginare una simile situazione
(speriamo non
duratura)! E per colpa di un virus!
Chiusi entrambi in
due città del mediterraneo per antonomasia aperte,
con il loro mare e
con i loro porti, sicuri e accoglienti, per millenaria storia,
con i loro odori
inconfondibili e avvolgenti (smog permettendo).
E con i loro rumori
di fondo continui, tra i movimenti di lavoro
e il vociare
disordinato e straordinariamente musicale.
Dov'è ora
l’ammuina? Ingoiata nel deserto del Rettifilo!
E deserta è anche
la Canabière, privata del suo via vai multicolore,
corposamente
mediterraneo. Ma non la vedrò per ora,
dovrò accontentarmi
di scendere in Boulevard Chave
e seguire sognando
il timido e gentile suo amico tram.
Ora il faut
rispettare le misure, per tornare domani a respirare all'aperto,
a mare, appena
possibile. Va bene! E’ per il bene di tutti!
Le regole sono da
rispettare, ma fuori di qui qualche sindaco è andato
oltre il senso
comune: concede un’uscita di casa a non più di 10 metri
dall'abitazione.
10 metri! E se il cassonetto dell’immondizia è a 50 metri?
Mah! Per salvare il
corpo non bisogna perdere la ragione. O no?
Senti, vorrei
parlarti del libro della Gruber, Basta! letto
in verità già da tempo,
ma
solo ora riesco a raccogliere gli appunti sparsi, registrati
durante
la
lettura. Scusami quindi se
sarò disordinato.
Il
titolo è gridato, oltre la misura sempre
mostrata da
Gruber:
Il potere delle
donne contro la politica del testosterone BASTA!
Un
libro letto con piacere, chiaro e diretto (p. 20: una ciurma di
maschi
sbracati
sta imperversando nelle stanze dei bottoni da troppo tempo,
in
tutto il mondo. Seminano violenza, alimentano le paranoie
di
una minoranza, ignorano i bisogni della maggioranza,
inseguono
il miraggio di un potere assoluto quanto sterile.
In
Italia abbiamo avuto come vicepremier uno dei più pittoreschi,
non
credo il più pericoloso.”), con una tesi precisa
e
un invito secco: “Spero che i capi-partito...facciamo come
Ursula
von der Leyen, costruendo squadre fifty-fifty.
Mettendo
la parità finalmente al primo posto dei loro programmi
e
le donne nelle posizioni <<sicure>> delle liste”.
E
qui Gruber cade. Si rivolge ai capi-partito maschi perché aprano
al
fifty-fifty, alla parità, a posti sicuri nelle liste.
Un’invocazione,
una
preghiera del tutto fuori luogo, specie in questo libro;
la
parità non può essere una concessione octroyée,
ma semplicemente
una
legge di Stato. Eppure Gruber più volte tocca il tema
dell’importanza
della
compresenza/collaborazione uomo/donna, da una parte sa
che
la guerra tra i sessi è inutile (p. 85: “nel migliore
dei mondi possibili
non
servirebbe la guerra. Si può vincere tutti insieme.”),
dall'altra
racconta
del vantaggio, ben misurabile in termini di concorrenza
tra
aziende, della maggiore diversità di genere (v. p. 85).
E
su questo si leggano ancora (pp. 103/04): l’articolo pubblicato su Le
Monde
a
cura di importanti organizzazioni femministe, l'intervento battagliero,
sempre
su Le Monde, di Emma Thompson, e il commento di Criado
Perez
sulla
meritocrazia. Illuminanti. Speriamo, continua Gruber, nella determinazione
delle
over 60 (p. 114)! Le giovani di oggi sono più male-friendly,
ma
quando è necessario bisogna lottare (p. 115), perché “nessun uomo
sa essere
femminista quanto
una donna. Nemmeno Jacques”!
D’accordo, anche se Jacques, il suo compagno, si rifà, recupera cioè,
a p. 123, con una specie di esplosione, quando difende con calore la candidatura
di una Presidente(ssa) per gli Stati Uniti.
D’accordo, anche se Jacques, il suo compagno, si rifà, recupera cioè,
a p. 123, con una specie di esplosione, quando difende con calore la candidatura
di una Presidente(ssa) per gli Stati Uniti.
La
sua vis polemica colpisce a fondo il bersaglio maschio alfa,
ti
vien voglia di dire: “brava, ben detto!”, ma
preferisco Gruber analista,
proiettata nel
futuro: “la battaglia per i diritti femminili si inquadra
in una guerra più
ampia che è quella di una miglior distribuzione
della ricchezza e
delle opportunità. La battaglia per la dignità femminile
si intreccia con
quella contro la speculazione e la corruzione,
che sono le due
malattie fatali del nostro tempo [non
solo, via!]
e delle nostre
democrazie. Di ineguaglianza si muore e se ai padroni
del mondo la cosa
non interessa è tempo che cambino idea.
O meglio, è
tempo di un bel ricambio ai vertici.”
Son gradevoli anche
gli intermezzi, mai fuori contesto, quali i riferimenti
alla sua biografia e
il chiamare in causa amorevolmente il suo compagno.
Ma l’ottima Gruber
si ferma purtroppo alle raccomandazioni, grida “Basta!”,
ma non tocca la struttura maschilista del potere, tutta costruita, nell’atavico
duello tra maschi, e
sul suo esito storico, il monocratismo.
Eppure, se nel
saggio The Athena Doctrine si legge di un 81%
di intervistate/i
d’accordo su questa affermazione
(ho trovato nel web
la slide): “Man or woman,
you need both
masculine and feminine traits to thrive in today's world”,
un qualche timido
spiraglio si sarebbe potuto cogliere per la realizzazione
O no?
Stammi bene,
Scapece, e, nell’attesa di una passeggiata insieme a Mergellina,
sempre buone cose.
Severo
Mi piace. Leggerò il libro.
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