giovedì 17 maggio 2012

Parità uomo/donna e bicratismo perfetto. Appunti per una società nuova



Ormai non è più una novità, anzi si avvia a diventare “norma”,
la #parità donna/uomo nel Governo di un Paese:
Hollande, rispettando la promessa elettorale
(di evidente interesse per ogni elettrice, appunto, donna),
avrà un esecutivo di 17 donne e 17 uomini,
sebbene qualche ipercritico già calcoli i “pesi” dei diversi ministeri
(non vorrei si inventasse il manuale Cencelli dei generi!).
Forse è ora - ma il maschilismo nei nostri partiti è troppo radicato-
di estendere questa “norma” al nostro Paese
e a tutte le giunte degli enti locali, da Nord a Sud,
anche per il suo valore, a livello politico e culturale, unificante.
Eppure bisogna andare oltre. Qualcosa non convince in questa parità di governo,
elargita per illuminazione o per promessa elettorale:
la parità uomo/donna, in un organo di governo collegiale,
appare, ed è,  ancora una decisione personale e “illuminata”
di un organo monocratico, a prescindere dal suo genere.
Se non irrompe, la parità uomo/donna, nel livello monocratico di ogni “governo”,
la nostra società continuerà a restare imbrigliata 
nelle antiche strutture di potere di produzione maschile.
La scalata alla parità uomo/donna attraverso le quote rosa
non riuscirà mai a scalfire la struttura maschilista 
della nostra organizzazione sociale, se non spezza il monocratismo.
Per aprire una via possibile al cambiamento della società,
anche nella direzione dell’estensione della democrazia e della trasparenza,
e soprattutto della formazione di una decisione pubblica
non più condizionata/dominata da una cultura di genere maschile,
in tutte le “sedi/posizioni” di natura decisoria di pubblica utilità
la presenza uomo/donna non può non essere pari, anzi, dovrà essere pari.
In realtà, il monocratismo, il potere/dominio, cioè, di uno solo,
anche per via democratica, è proprio l’esito peggiore del #maschilismo,
con tutte le sue degenerazioni, dal leaderismo carismatico 
all’uomo della provvidenza (la P maiuscola, in questo caso, sarebbe un’offesa
all’intelligenza di qualsivoglia Provvidenza!).
Il maschilismo cade solo insieme al monocratismo.
Forse solo il bicratismo perfetto potrà segnare una nuova stagione di cambiamento.
O no?
Severo Laleo

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