domenica 5 maggio 2013

Il cambiamento riparte dalla Ministra Cecile Kyenge. Attento, M5S




L’idea e l’azione politica della Ministra Kyenge è anomala, è fuori norma, direi 
dirompente, naturalmente per un Paese come il nostro, così abituato a ragionar 
di “numeri certi”, anche se certi numeri sono obbrobriosi, non per altro 
per decisione elettorale. E per questo la Ministra spiazza tutti, e può aprire nuove 
strade, anzi potrebbe restituire a Napolitano la certezza di numeri altri, 
oltre le larghe intese,  apparse sì d’obbligo, ma a lungo e di segreto manovrate.

Ebbene, la Ministra Kyenge, semplice e determinata, sicura dell’universalità 
dei suoi valori di civiltà, segue la sua strada e dichiara il suo impegno, 
esecutivo”, al di là degli equilibri della compagine governativa, preoccupazione,
pare, tutta maschile, per l’abrogazione del reato di clandestinità 
e per l’introduzione del diritto di cittadinanza per i bambini nati in Italia 
da genitori stranieri (e su questo, per fortuna, l’accordo con il Presidente 
della Repubblica Napolitano, che definì “follia” la negazione di tale diritto, 
non può non essere pieno, anche a prova di distruzione delle larghe intese). 
E sì, perché il Pdl, di fronte alla naturale determinazione  della Ministra Kyenge
ha già aperto un fuoco di sbarramento totale, per non dire dell’assoluta 
indisponibilità della Lega di Salvini nei confronti di una norma di ius soli.

E l’argomento del Pdl, a prescindere dal merito e dalla ormai imprescindibile 
accoglibilità, per un Paese civile, della norma di ius soli, è solo di tenuta 
del governo (e delle sue possibilità di raggiungere ben berlusconiani scopi), 
un argomento antico, da vecchi partiti, da difesa del controllo del gioco politico 
da parte di gruppi e partiti senza più sostegno popolare, un gioco nel quale 
la classe dirigente, soprattutto del Pd, spezza ogni legame di fiducia 
con il suo elettorato.


A bloccare la Ministra è sceso in campo (si fa per dire!) addirittura
il capogruppo Pdl al Senato, Schifani, con questo appello, da stratega 
larghintesista, ad evitare: “proclami solitari, senza che gli argomenti siano 
discussi e concordati in un ambito collegiale”. E, dopo aver scoperto, lui, 
già corifeo di coscritti ’allineati e coperti’, una collegialità del tutto sconosciuta 
in ambito Pdl,  aggiunge: “Ci auguriamo che si cambi rapidamente registro 
e ci si renda conto che il governo attuale è fatto di larghe intese 
e dunque di scelte comuni”.
E corre a dar man forte anche la  senatrice Pdl Anna Maria Bernini,
più pratica, minacciosa ed esplicita: “Le opinioni politiche di Cecile Kyenge 
su cittadinanza e reato di immigrazione clandestina sono perfettamente 
legittime se espresse a titolo personale, ma  fuori luogo se pronunciate 
nelle vesti di ministro della Repubblica in un governo di coalizione che vive 
anche grazie al sostegno del Pdl, e ai suoi voti sui singoli provvedimenti”. 

Attento M5S. Se si rompe sui diritti fondamentali della persona, non si può far finta
di nulla, bisogna esser pronti, preparati, perché o la Kyenge supera ogni ostacolo 
e tutto procede bene, o si rompe la Larga Alleanza  e allora, alla prossima diretta 
streaming, si va con le idee chiare: un governo di numeri piccoli, ma certi
a caratura cinque stelle, guidato da Stefano Rodotà.

Forse, grazie alla Ministra Kyenge, tutto tornerà nel buon diritto.
E Napolitano non s’opporrà.

O no?
Severo Laleo 

2 commenti:

  1. Il problema è che il M5S sull'argomento la pensa così: http://www.beppegrillo.it/2012/01/la_cittadinanza.html

    Però apre sull'abolizione dell'IMU... alla fine faranno il governo con Berlusconi

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  2. Davvero! E' difficile anche la speranza di questi tempi! Buone cose

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