I
quattro milioni e mezzo di euro, secondo l’accusa,
dazione di Berlusconi a Ruby a garanzia di silenzio
e
complicità, confermano l’interpretazione dell’ampia diffusione nella nostra
società del berlusconismo,
con
conseguente successo elettorale,
in
virtù, quasi esclusivamente,
di
quel manovrar danaro, all’inizio, per
Berlusconi,
lecito
oggetto di ogni “ragione”, e, successivamente,
agitato
strumento di ogni “carisma” e di ogni
“libertà”,
almeno
in un “povero” Paese, qual è l’Italia.
E’
stato l’imprenditore Berlusconi il promotore
principe,
ineguagliato,
non della corruzione, sempre florida,
a
prescindere, ma della pratica, nelle relazioni personali,
e
nel nostro, culturalmente fragile, e illiberale, costume politico,
del
danarismo
avvilente.
Avvilente, perché il denaro, una volta segno tangibile
di
un personale "successo", e frutto
di un “guadagno”
con
rigore costruito, meritato, riconosciuto, ammirato,
è
diventato il caldo strumento dell’asservimento,
il
metodo di conquista/tenuta di un potere fine a sé stesso,
il
dispositivo formidabile, tra la folla dei postulanti,
per rendere vile l'asservito e più vile il suo padrone,
nel cancellare ogni responsabilità soggettiva e oggettiva,
pubblica e privata, anche per persone, almeno per definizione
e funzione, con il "dovere" della "disciplina e dell'onore"
(e il Presidente del Consiglio è tra queste!).
per rendere vile l'asservito e più vile il suo padrone,
nel cancellare ogni responsabilità soggettiva e oggettiva,
pubblica e privata, anche per persone, almeno per definizione
e funzione, con il "dovere" della "disciplina e dell'onore"
(e il Presidente del Consiglio è tra queste!).
E
il tutto con una convinzione puerile, soggettivamente giustificante: solo
opere
di bene! E chi non salta è il “male”.
A
proposito del potere stravolgente del denaro,
persino
nei confronti di spiriti forti, è utile leggere le parole
di
un umanista del 500 (L. Vives). Queste:
"...il denaro,
all’inizio semplice
strumento per procurarsi il necessario
per vivere, divenne strumento di onore,
di dignità, di superbia,
di iracondia, di arroganza, di vendetta, di vita e di
morte,
di potere... E una volta attribuito al denaro un
così grande valore,
non si troverà alcuno che non giudichi suo dovere, per
qualunque
via e maniera, accumularlo, abbracciarlo, conservarlo, a ragione,
a
torto, giustamente e ingiustamente, senza distinzione tra sacro
e profano, tra
lecito e illecito. Chi è riuscito ad accumulare denaro
è un sapiente, un
signore, un re, un uomo di grande e ammirevole
giudizio; al contrario
chi non ha denaro, l’uomo povero,
è un idiota, da disprezzare, a stento un uomo. Questa opinione,
così profondamente da tutti
accettata, spinge anche
l'uomo,
per natura noncurante della fortuna, a farsi suo
schiavo".
L’Italia
è sempre il paese, al mondo un altro non c’è,
nel
quale un intellettuale, giornalista collaterale di mestiere,
vispo e urlante,
da ieri anche fulvo cantante lirico, con sicura
intelligenza e onestà, ha avuto
l’ardire, superato il pudore
dei
tanti “succubi” dell’etica gobettiana, di coniare,
icasticamente, per i berlusconiani
doc, l’epiteto più felice
nell’ossimoro: “servi
liberi”. E’ vero: la conseguenza diretta
del
danarismo avvilente è la libera servitù.
Almeno
dell’universo berlusconiano.
O
no?
Severo
Laleo
"C'è tutto un mondo intorno che gira ogni giorno e che fermare non potrai..." così i Matia Bazar cantavano; sì, c'è tutto un mondo attorno a noi e attorno a Berlusconi, ma per fortuna i mondi sono distanti e costretti in un confronto parallelo nel quotidiano di ognuno di noi! E' difficile per chi sta attorno a Berlusconi capire, concepire, accettare e considerare(oddio,non è che sia così importante la loro considerazione)che ci siano persone a cui l'importanza o il valore della persone NON è strettamente proporzionale alla quantità di denaro contenuta nel portafoglio!Forte dei tuoi valori, vorresti avere la capacità di far cambiare quello sguardo imbevuto di "pietas", almeno in uno sguardo di rispetto, ma non è così: si aggirano nel mondo come superuomini e superdonne e schiacciano le altrui persone con la loro maleducazione e la loro arroganza, soprattutto chi non ha i "mezzi".
RispondiEliminaNon c'è come risposta al "danarismo avvilente", la "libera servitù", ma il "cogito ergo sum"; perchè l'AVERE non arricchirà mai il tuo essere e non aumenterà "il senso dell'altro"...ma questo è un po' difficile da far capire a chi guarda solo al portafoglio!