Domenica
12 Maggio, mentre su Rai Tre la Gabbanelli,
dipendente
Rai, con il suo Report, cercava di portare,
tra
le poltrone sveglie e indignate dei telespettatori italiani,
la realtà drammatica
della mancanza di lavoro,
su Canale
5, più giornalisti dipendenti di Berlusconi,
con “La
guerra dei vent’anni, Ruby ultimo atto”,
cercavano di
confezionare, per le poltrone addormentate
e docili dei
telespettatori del Grande Fratello,
l’assoluzione, del
Cav. Berlusconi, nel processo Ruby,
spiegando, a
chiare lettere e senza timori, anzi, quasi rischiando
di
persona che
· Ruby –per parola di Berlusconi- è la nipote di Mubarack;
· il conflitto di interessi del Cav. Berlusconi è un’invenzione dei
comunisti;
· i “processi non si fanno in televisione”, ma a Canale 5;
· la verità processuale non esiste fuori
della TV
del Cav. Berlusconi;
· Berlusconi
vittima, a guardar
bene, come Tortora.
E’ troppo. Si legge che il programma non ha avuto successo.
E’
stato un flop. Per decisione
dei telespettatori, liberi nel mercato libero della Tv.
Per fortuna. Il “dominio proprietario sui media e su pezzi interi
di
società politica –per usare parole e
immagine
di Ezio Mauro- non consente più
“alla realtà virtuale
del berlusconismo
di galoppare all'apparenza indisturbata”.
Forse, anche se il Paese è sempre pieno di “maup”
(creduloni a Vico del Gargano), di troppi servi
liberi,
di molti fautori del danarismo avvilente, e, purtroppo,
di incredibilmente tanti, nel Pd, larghintesisti, sempre benevoli
e compiacenti, la normalità
è ora a portata di mano.
O no?
Severo Laleo
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