Caro Scapece,
se per caso hai voglia di tornare a parlare di politica, mi dici per piacere
se e come hai deciso di votare nella prossima consultazione referendaria?
O non andrai al seggio? Eppure dovrai anche scegliere il prossimo
Presidente della Regione! E che Presidente! (Comunque tu voti!)
E hai sentito il tuo concittadino (o quasi) Saviano? Ha pronunciato
un No forte, e insieme ha sferrato un attacco scomposto e sguaiato
(tanto per usare aggettivi appresi da quelle parti in un marcato accento
dialettale durante gli anni della scuola media) al mite Zingaretti.
Ma si può svolgere a quel modo il ruolo dell’intellettuale?
Davvero, ma chi crede di essere! Ognuno è libero di esprimersi
seguendo le proprie convinzioni, ma offendere chi esprime posizioni
diverse, specie quando si tratta di materia non coinvolgente valori
fondamentali (anche se l’offendere in un dibattito non è mai giustificabile),
significa per un intellettuale non saper praticare la cultura del limite.
Saviano è andato oltre. E dispiace.
Ti dirò, io ho alla fine deciso per il Sì, non seguendo questa volta
i ragionamenti e le riflessioni di Pasquino, quasi sempre, e tu ben sai,
mio punto di riferimento ideale quando si discute di istituzioni e democrazia.
La mia matita correrà sul Sì, ma continuerò a seguire, con stima immutata,
gli interventi di Pasquino. La libertà è proprio in questo gioco di confronto
reciproco, senza prevaricazioni, frenando ogni tentativo di spostare il discorso
dall'argomento in discussione alle persone che ne discutono
(anche se non sempre è facile). Non devo essere certo io a dirglielo a Saviano,
non ti pare?
Sai, per il mio Sì, non sono stato molto a pensare; è un Sì quasi spontaneo,
sia perché è nel solco della tradizione politica della mia parte
(la sinistra dei bei tempi è sempre stata a favore della riduzione
- “taglio” non mi piace, è termine non neutrale- dei parlamentari),
sia perché obbliga -riconosco la strumentalità di questa posizione-
le forze politiche a coordinare/completare il cambiamento, per ora solo
nei numeri, con altre misure normative, dai regolamenti alla legge elettorale.
Certo avrei detto un Sì con molta più convinzione e soddisfazione
se si fosse proposto di cambiare il Parlamento non solo nella sua opinabile,
discutibile, modificabile composizione numerica, ma anche nella sua necessaria,
naturale, corretta, giusta distribuzione: metà uomini e metà donne.
Una semplice, non più a lungo rinviabile, “rivoluzione”, quanto mai utile anche
nella trasformazione della percezione, oggi ancora maschio dominante,
della relazione uomo/donna tra le nuove generazioni. O no?
Aspetto tue notizie, sperando nella tua approvazione.
Stammi bene e sempre buone cose.
Severo Laleo