martedì 11 ottobre 2011

I promossi e i bocciati di Gelmini: e il Merito non conosce il merito.


Strano Paese l’Italia, quando si parla di Merito!
Tutti invocano il Merito, ma pochi sanno proporre riforme 
perché il merito sia visibile e valutabile, e produca risultati e utilità 
per il singolo e per il paese tutto. Anzi, spesso, a esaltare il Merito 
sono proprio i tanti miracolati sulla strada del successo senza  merito.
E, a sentire i detrattori dell'ideologia, il Merito sarebbe di destra 
insieme alla severità, e il disinteresse per il Merito, l’egalitarismo, 
sarebbe di sinistra, insieme al lassismo. Ideologia, appunto. 
E assenza di un’idea di democrazia reale, trasparente, partecipata.
Infine, tutta la discussione sul Merito è esclusivamente concentrata 
sulla scuola e, quindi, su persone, per la massima parte, minorenni. 
Forse perché i maggiorenni, specie se frequentano buone “famiglie”, 
conoscono altre strade per raggiungere il Merito!
Ma veniamo ai difensori del Merito e ai dati su promossi e bocciati, 
nell’era  asessantottina. Chi invoca oggi il Merito? 
E’, innanzitutto, la Gelmini, miracolata ministra sulla strada 
dei tunnel da Catanzaro al Popolo della Libertà, 
è la Minetti, promossa, con viatico per la Regione, 
sul camparcore di battaglia,
è Bossi, longevo inventore, a vantaggio del  trotismo, 
di bufale padane, con o senza quote latte,
è Gianni Letta, degno e garbato al suo posto per vincoli d’amicizia 
ai limiti della complicità, 
è Balducci, l’alto funzionario,e Gentiluomo del  Papa, 
degno di grande fiducia anche per la Cricca, 
è l’imprenditore liberale Berlusconi, aperto, intelligente, abile,   
e attento monopolista, 
è Canton, il più fresco premiato per Merito, 
con l’unanimità dei consensi,silenziosi, in segno di riguardo 
per il suo efficace mutismo in Congresso, 
è…l’elenco è aperto e  lungo, molto lungo, e si chiude con la piena, 
limpida, integerrima Responsabilità di Scilipoti.
Eppure, tra tanti e così illustri nomi esemplari per  Merito, 
nella destra c’è sconforto, perché la “severità” e il Merito, 
fondamenti del  programma liberale del Popolo della Libertà 
e della Lega, non hanno sfondato a scuola,
nei confronti  dei minorenni in crescita e in formazione.
Così, dopo i vani tentativi di nascondere i dati, l’esemplare Gelmini, 
intristita, è costretta a comunicare, pare ancora non completi, i dati:
il numero dei bocciati nelle scuole superiori diminuisce sensibilmente, 
passando dal 15% del 2010 al 13,2 di quest'anno; i non ammessi alla maturità
sono invece il 5,3 % contro il 5,9 del 2010”.
Povera Gelmini, per onore alla sua idea di Merito, non riesce neppure 
a riconoscere il suo unico, significativo merito del suo impegno 
ministeriale: la riduzione dei bocciati a scuola, in linea con la riflessione 
socio-pedagogica più avanzata in Europa e la raccomandazione OCSE.
Ed è triste la Gelmini, perché non sa/vuole ammettere che una scuola 
che sa "promuovere"  la cultura delle persone, senza “bocciare”,  
è una scuola che ha merito. La scuola, l’istituzione fondamentale 
per la crescita in civiltà di un Paese, acquista merito 
solo se sa “promuovere”. E "promuovere", si badi, non è il porre 
un timbro burocratico al passaggio 
da una classe all'altra di una persona nell'età dell'apprendimento; 
non è scrivere "promosso" in pagella: è dare, con serietà di servizio, 
a ogni persona in età di apprendimento, attraverso il più ampio impiego 
di persone e risorse, il massimo possibile in termini di cultura 
e intelligenza di vita, secondo le capacità di ciascuno/a.
A tutte/i, nessuna/o esclusa/o. Proprio nessuna/o.
Perché la "promozione" non è solo un premio per il singolo, 

ma un premio per la società tutta.
La scuola merita se "promuove"; 
se boccia/esclude/nonpromuove non merita.
O no?
Severo Laleo

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