giovedì 15 settembre 2016

Hillary e il bicratismo latente



Nella campagna elettorale per la Presidenza negli Stati Uniti c’è qualcosa 
di nuovo, mai, e credo di non sbagliare, capitato nel passato. 
E se il popolo americano vorrà (e sembra impossibile che non voglia), 
con Hillary potrà registrare/vivere un’esperienza di governo di grande 
saggezza politica (condizioni esterne oggettive e culturali permettendo). 
Forse il primo governo di servizio democratico (si fa per esagerare!).

A leggere la cronaca della campagna elettorale si scopre che
mentre Hillary è ferma con l’obbligo di riposarsi dopo il malore sofferto 
domenica a Ground Zero, al suo posto scende in campo l’ex presidente
Bill Clinton, che domani sarà a Las Vegas a parlare di politica economica 
sul palco dove Hillary avrebbe dovuto tenere uno dei comizi cancellati
per motivi di salute.”
Niente di strano. Eppure si tratta di una sostituzione in un comizio 
degna di qualche nota: il sostituto della candidata, una donna, è, nell’ordine: 
1. un uomo; 2. un ex Presidente; 3. il marito.
In altre parole, a sostituire Hillary, una donna, in un comizio
nella campagna elettorale  per la scelta del Presidente degli Stati Uniti, 
troviamo un uomo –e vabbè-, un ex Presidente –e vabbè-,
ma, evento nuovo, il marito della candidata!

Ora, se Hillary sceglie Bill Clinton con piena fiducia e serenità
in un passaggio delicato della sua campagna elettorale è perché
sa di poter contare non solo su una persona di grande esperienza politica, 
ma anche di grande affidabilità, con la quale ha, e s’immagina continuerà 
ad avere, un rapporto/confronto quotidiano. Anche di supporto. 
Non è fuori luogo immaginare un uomo e una donna insieme 
a guidare il più importante paese del mondo: l’America.

E se, quindi, il popolo americano deciderà per Hillary Presidente, 
sperimenterà, in maniera informale e latente, al di là del lavoro
dei consiglieri, uomini e donne, sempre all’opera, una guida
non più monocratica, e sempre maschile, ma duale, bicratica,
per la prima volta di un uomo e una donna insieme,
e non solo per vita familiare, ma anche per scelta politica.
Il popolo degli Stati Uniti si troverà così ad essere governato
da leggi e deliberazioni non più disegnati dalla “potenza”
di un Capo, sempre un maschio, ma scaturenti, ora, da processi decisionali 
originati da un confronto pieno, sicuro, meditato, continuo tra un uomo 
e una donna, entrambi Presidenti (sia pure in tempi diversi).

E la Politica forse, grazie a una donna, estranea a ogni retorica
non apparirà più quel campo di battaglia tra maschi caparbiamente 
imprigionati dall’ambizione  a “comandare (la sorte ha voluto contrapporre 
a Hillary, con Trump, l’ultimo esempio vivente di un incivile maschilismo 
di “potenza”), ma diventerà davvero il luogo nobile di ogni mediazione 
possibile grazie al contributo alla pari di un uomo/uomini e una donna/donne.
O no?

Severo Laleo 

Nessun commento:

Posta un commento