I
fatti
Bersani
è il segretario di un partito, il Pd, a sicura struttura democratica;
ed è
stato scelto, quale premier del centrosinistra,
in una libera e corretta consultazione
elettorale. Non può sottrarsi al dovere
di dare un governo al Paese.
Berlusconi
è … ma è meglio lasciare la parola a Emanuele Macaluso,
dal Corriere della Sera: “Il
Cavaliere non vuole un governo, ma solo,
come dicono i suoi amici, un
salvacondotto. Se volesse un governo
avrebbe dovuto adottare una condotta
politica più riservata, mettere
avanti il segretario, i capigruppo, fare
emergere il partito (che non c’è)
e la coalizione con la Lega (sparita). Berlusconi,
invece, è sulla scena
come capo assoluto, guida la truppa (anche la Lega) nei
colloqui
con il capo dello Stato, monopolizza radio e tv, fa comizi incendiari,
grida per fare capire a tutti (specie ai magistrati) che è lui che fa o non fa
il governo, è lui che decide se bisogna votare subito o no, è lui che decide
le
sorti del Paese. E questo «lui» non può essere giudicato in tribunale.
Ecco
«l’accanimento politico» da contrapporre a quello «giudiziario».
Ciò rende
impossibile una trattativa con un soggetto che non è un partito
ma una persona
che opera solo per ottenere un fantomatico salvacondotto”.
Perfetto. Più chiaro di così!
Grillo
è il “capo”, mai eletto, di un Movimento, ma ecco
la stridente contraddizione, un movimento bloccato, rigido, impossibile
a muoversi, e a discutere, perché il suo padrone, Grillo appunto, ha un potere
assoluto sui “suoi” senatori, eletti grazie alla sua abile imprenditorialità
nel
coagulare in rete una forza di protesta disponibile nel mercato dei voti
(in
verità le singole persone del M5S
hanno molto spesso un legame
con i propri territori e con i temi reali della politica
quale ricerca di soluzione
dei problemi
di una collettività/comunità). E il suo fine politico ultimo è
l’abolizione dei
partiti.
Le
conseguenze
Se questi sono i fatti, e sono i fatti,
quale governo può mai nascere
se un Segretario, democraticamente eletto, deve
confrontarsi con “capi”
che hanno un
potere assoluto sui propri eletti “dipendenti”?
Esiste solo una possibilità. Sperimentare
nuove forme di consultazione,
non più a gruppi, ma persona per persona; il tempo non è un ostacolo,
se si vogliono
liberare le responsabilità soggettive, costituzionalmente garantite,
di ogni
singolo/a parlamentare, dal vincolo di impari rapporto con chi è l’artefice
della loro nomina. Ma a una condizione: siano trasparenti gli incontri,
anche
in streaming, e sia l’oggetto del colloquio, rigidamente,
l’elenco dei punti
programmatici. Perché, si sa, gli Scilipoti nascono e prosperano
al buio.
La conclusione
paradossale
Solo grazie alle persone del M5S (è difficile sperare nella "libertà" di chi
si è votato al Popolo della Libertà - del suo capo -),
sarà possibile
un radicale e utile e irreversibile cambiamento nell'agire politico della nostra
malata democrazia. E
sarà grazie a Grillo, se una
battaglia per l’abolizione
dei partiti si trasformerà in un impegno forte a riformare,
secondo costituzione
e democrazia, i partiti del futuro.
O no?
Severo Laleo
Nessun commento:
Posta un commento