I
partiti
“Via
tutti i partiti”, “Aboliamo i partiti”!
Ma quali partiti? Esiste solo un partito, in
verità, a struttura pienamente
democratica, ed è il Pd. Ed è il solo partito ad avere
un segretario scelto con un voto popolare, un
segretario diventato
candidato Premier grazie a una nuova, importante, tornata
elettorale.
Il Pd non è un partito di un “boss”,
ma un partito di “cittadini”.
E solo da poco la Lega è tornata alla democrazia interna,
dopo avere, miseramente, perso il suo “boss”.
Anche Sel,
se si guarda alla sostanza, è ancora un
partito del “leader”.
Il Popolo
della Libertà non è un partito a struttura democratica,
è il partito di Berlusconi, e i suoi “servi
liberi”, maestri d’ossequio,
nominati deputati e senatori per grazia
ricevuta, obbediscono,
perinde ac cadaver,
al proprio “boss”, senza discussione,
e senza discussione obbedisce anche
il suo segretario Alfano, il primo,
nella storia della nostra Repubblica, ad
essere insieme Segretario
e segretario.
Il M5S,
per scelta dei suoi fondatori e proprietari del marchio,
non è un partito, è un movimento, non proprio libero di scorazzare,
perché ha un suo “boss”, incontestabile, alla
guida. Ma i suoi “cittadini”,
per fortuna, non sono “servi liberi”, perché, anche se hanno l’obbligo
di muoversi in un
recinto, con portavoce da guardia in agguato,
non hanno mai rinunciato, grazie anche alle loro storie di attiva
responsabilità
nei territori, alla qualità di essere, comunque e sempre,
“cittadini”,
con tutta la nobiltà storica e etica del termine,
e con l’intatta facoltà dell’esplosione,
quando possibile,
del libero convincimento secondo scienza e coscienza (e non
solo interesse).
Le
consultazioni
Il problema della democrazia in Italia,
palese in queste ore di formazione
del nuovo governo, è tutto qui, nell'irrisolvibile
differenza di struttura di partito,
delle parti in dialogo.
Consultare il Pdl significa ascoltare le ragioni, personali, di un uomo e basta
(con
tutto il peso dei suoi interessi); non esistono altre preoccupazioni o,
se
esistessero, sarebbero solo il condimento per fini di altra natura;
il dibattito politico è prigioniero di un capo
che non rischia mai il suo posto
di guida e decisione.
Consultare il M5S significa ascoltare la furia (almeno nelle parole, impiegate
spesso per iperboli insolenti, ma gustose al palato degli arrabbiati) demolitrice,
personale, di
un uomo e basta; non si intravvede (ancora) la ragione,
pur leggibile
nelle tante proposte di legge, del costruire in responsabilità;
il dibattito
politico è prigioniero di un capo che non rischia mai il suo posto
di
guida e decisione (almeno sino a quando i “cittadini”
non si troveranno
a discutere insieme da “cittadini”, ciascuno con il proprio libero convincimento).
E in queste consultazioni sui generis solo il “normale” Bersani,
con un vero partito alla
spalle, rischia il suo posto in un libero dibattito
politico interno. Il
risultato? L'antipolitica dei boss uccide la politica dei cittadini.
Il
Governo
Dimmi con chi vai e ti dirò che democrazia sei.
Con il governissimo? E’ la fine della democrazia
nella generale
e indistinta omologazione, per la gioia dei
conservatori (illiberali).
Con il governo di minoranza di Bersani? La democrazia apre
finalmente una strada straordinaria verso
il cambiamento (liberale).
Con un nuovo leader/boss “simpatico” a
destra e a sinistra?
La democrazia perde per strada, ancora una
volta, la possibilità
di una riforma della politica a sovranità conviviale.
Per
una proposta
Le Consultazioni dei boss non liberano le
energie “contenute”
dei singoli Parlamentari, e rendono comunque
impossibile il cambiamento.
I Gruppi sono il risultato quantitativo della
raccolta dei voti sul mercato
elettorale da parte di boss e di partiti.
Molti dei nostri Parlamentari, e questo è
un dato indiscutibile,
sono “prigionieri”
in una gabbia dorata, per libera (?) scelta.
Non possono, quindi, essere i Gruppi i responsabili
di fronte
al paese, e alla gravità della sua crisi
economico-sociale,
se non si riesce a trovare una soluzione rispondente al dirompente
dato elettorale, ma le singole persone elette in Parlamento,
nella loro qualità
di cittadini, a
prescindere dai Gruppi di appartenenza.
Forse è bene sperimentare un’altra strada
per giungere alla formazione
di un governo, andando a cercare una “fiducia sperimentale”
non più chiedendo ai boss, ma consultando i cittadini.
O no?
Severo Laleo
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