giovedì 7 marzo 2013

Mille piazze, mille feste, in contemporanea, per gli Otto Punti





La politica, se è Politica, non finisce con le elezioni.
Almeno per le persone di sinistra, specie se in qualche modo impegnate.
Tutti parlano, di nuovo anche i "vituperati politici", di ogni schieramento,
sia nuovi, i Renzi, sia vecchi, le Bindi, e di nuovo, e in continuità, Grillo,
e anche Dario Fo. Tutti di nuovo padroni delle nostre scelte.
E noi? E le persone del centrosinistra?  In silenzio, a vedere come va a finire.
Sebbene dappertutto, in tanti discorsi, scorgiamo solo capricci.
E continuiamo nel silenzio, frastornati, quasi bastonati, perché,
obbligati al teatrino della politica, in mano ai signori della comunicazione,
non riusciamo più a leggere con semplicità i dati elettorali.

Eppure, per la prima volta nella storia repubblicana, in Parlamento siedono,
in maggioranza assoluta, persone –non dico gruppi e/o partiti, ma persone-
di sinistra e di centrosinistra; per la prima volta nella storia repubblicana,
il centrodestra, sommando anche i voti di Monti, non è maggioranza nel Paese
(solo 4 persone su dieci hanno scelto il centrodestra: mai successo prima
–solo Berlusconi l’ha capito, perché s’accorge di non essere più in grado
di bloccare/guidare alcunché, e si sforza di rientrare in campo-);
per la prima volta una vera coalizione di centro sinistra ha la maggioranza
assoluta alla camera (l’altra volta non vale, c’era anche Mastella!).
E' vero, il centrosinistra non ha la maggioranza di coalizione al Senato,
ma, secondo le previsioni migliori, l’avrebbe conquistata grazie a Monti.
E sarebbe calato un silenzio più profondo sulla Politica.

Se questi sono i dati, da persona del centrosinistra,
1.sono contento (grazie al M5S, vedono la luce –perché Bersani ha capito
l’urgenza di una riforma della politica- gli Otto Punti, con la possibilità,
reale, per la prima volta nella storia repubblicana, di un profondo
cambiamento della politica, nella direzione di un'estensione della democrazia,
e, con la riforma dei partiti, e degli statuti, e delle forme dell’agire politico,
e del finanziamento, pubblico e privato, magari avviarsi a costruire
una “sovranità conviviale” -solo SEL l’aveva in qualche modo intuito-);
2.ma vorrei anche farmi sentire, andando in piazza, di sera, dopo cena,
alla stessa ora, in mille piazze, di mille Comuni d’Italia, in gioiosa festa,
a reclamare un nuovo governo, di centrosinistra, senza Berlusconi,
(ormai ininfluente, senza più la possibilità di corrompere nessuno
-oddio, l’uomo è molto sagace-!), a sostegno degli Otto Punti e altri,
eventualmente a cura del M5S;
3. e non vorrei sentire più le infantili fantasie di un’uscita dalla crisi,
grazie a chissà quale nuovo leader, qualunque sia il suo nome; la democrazia
è delle persone, e i leader potranno solo essere di "servizio", alla Grillo (spero!).

La Politica continua anche dopo le elezioni e non solo nelle stanze
delle Direzioni e del Web.
O no?
Severo Laleo

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