Durante queste ultime settimane, per chi
era giovane nel ’68,
si è aperto un qualche spiraglio di riscossa (non c’entra “avanti popolo”),
perché torna forte, al centro del dibattito
politico, un Movimento,
una volta semplicemente Studentesco, oggi a 5 Stelle
(ma movimento è: solo un “5” a distinguere
le sigle, ieri MS, oggi M5S),
ma soprattutto perché torna irresistibile,
di nuovo, dopo 45 anni
–oggi età media alla Camera-, una domanda diffusa
di cambiamento.
Il MS,
nel ’68, con la sua protesta giovanile, fermo nel non riconoscere
alcun autoritarismo, convinto del valore
della disobbedienza (don
Milani)
generò, sì, una trasformazione nella società,
ma la sua proposta politica
(in verità, non univoca) fu sconfitta. E sembrò
per sempre.
Solo oggi è immaginabile una riscossa. Formidabili
quegli anni (Capanna).
Furono le lotte del MS a innescare i processi di grande cambiamento
nella società: nel mondo del lavoro irruppero
i diritti, con un nuovo
Statuto
dei lavoratori; nel mondo della scuola saltarono le barriere di classe
per l’accesso all’Università dei “capaci e meritevoli” d’ogni condizione sociale
(e s’aprì finalmente l’ascensore sociale); nel mondo privato della famiglia apparve,
nuovissima, ed esplosiva, la libertà femminile, con felici
conseguenze nel campo
dei diritti della persona; e fu spazzata via, a tappe faticose, anche
l’istituzione
più terribilmente chiusa e dolente di una società
autoritaria: il manicomio.
Solo il Palazzo riuscì a contenere gli
assalti, e respinse l’assedio.
Il sistema politico, il sistema chiuso dei
partiti, rifiutò, tetragono,
ogni cambiamento, e quel che fu il MS si disperse in rivoli senza storia,
quando non cadde o nell'estremismo settario,
e persino violento,
o nell'antico italico opportunismo, e furono
molti davvero i “cooptati”,
capaci
sì, ma non più meritevoli, pronti ad arrangiarsi accucciati,
anche continuando ad abbaiare.
Tocca ora al M5S, grazie all'impegno civile di Grillo (è incontestabile),
innescare il processo di grande cambiamento nel rapporto stato/cittadini,
nell'organizzazione della vita politica, nell'apertura del Palazzo a tutte le persone
e a nuova
aria di onestà, di sollecitudine per il bene pubblico, di servizio
non
permanente nelle Istituzioni. La
riscossa è vicina e a portata di mano.
Basta onesto un accordo tra onesti. E onesto è Bersani.
E se questi ora mandano tutto all'aria?
E v…! E, sì, posso, perché fu sempre il ’68, dentro il MS, a nobilitare la “parolaccia”,
allora per rompere il muro del perbenismo ipocrita, e ora, gridata nelle piazze,
a bandiera del M5S, per innalzare un muro.
Purtroppo qui si fa solo per imprecare alla
sfigata sorte di una rottura.
Eppure sia chiaro, qualunque sarà la scelta del
M5S, la libertà,
anche se è ancora da riempire di
opportunità e risorse, è sempre da difendere.
Perché solo così, specie noi del '68, possiamo
tenere aperta almeno la speranza
di quella riscossa ora possibile, dopo 45 anni.
O no?
Severo Laleo
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