Caro Scapece,
hai
visto? Avevi ragione. Il Nobel, nonostante tutto, serve, è davvero
utile,
almeno ti fa conoscere un sacco di persone che hanno dato (e danno)
molto alla umanità nostra strana (sì, strana, non vedi quante persone sono ancora
senza paura della guerra!), anche attraverso la letteratura. Quest'anno il premio
per la letteratura è toccato a Annie Ernaux.
Appunto, grazie a questo premio, ho subito voluto conoscere Annie Ernaux,
leggendo una sua opera, e ho scelto "Memoria di ragazza".
Ho avuto difficoltà all'inizio a leggere. Una scrittura “nuova”.
almeno ti fa conoscere un sacco di persone che hanno dato (e danno)
molto alla umanità nostra strana (sì, strana, non vedi quante persone sono ancora
senza paura della guerra!), anche attraverso la letteratura. Quest'anno il premio
per la letteratura è toccato a Annie Ernaux.
Appunto, grazie a questo premio, ho subito voluto conoscere Annie Ernaux,
leggendo una sua opera, e ho scelto "Memoria di ragazza".
Ho avuto difficoltà all'inizio a leggere. Una scrittura “nuova”.
Almeno per me, lettore precario.
Non è una "storia" costruita nel rispetto di un canone, al contrario, è proprio
Non è una "storia" costruita nel rispetto di un canone, al contrario, è proprio
un racconto/confessione di un brandello di vita
(correva l'anno 1958) visto
da lontano nel tempo, scavando sì nella
memoria, ma cercando di ricostruire,
con attiva partecipazione,
luoghi, azioni, contesti, pensieri, di quei momenti.
Il racconto riguarda una
ragazza di 18 anni che vive il suo primo incontro
con l'altro (il
maschio, l'uomo, H.), nella sua prima uscita oltre la sua
abitazione/ambiente, lontano dalla famiglia, da padre e madre.
La scrittura è intrigante, a volte spezzata, estranea, ma cmq cattura: e potresti
La scrittura è intrigante, a volte spezzata, estranea, ma cmq cattura: e potresti
perderti nel suo insistere sempre tra la descrizione
puntuale del fatto
in quel presente e i rimandi ad una memoria in
qualche modo sorvegliata
e aperta, sofferta e indifferente. Più che
altro una memoria che vuole
scandagliare il passato con il coraggio
di dire di sé, succube e padrona
della vergogna, ma anche
allontanando quel sé dal proprio sentire attuale:
tanto
è
comunque successo!
Il gioco di scrittura di "andare e tornare", rappresentando la realtà della vita,
Il gioco di scrittura di "andare e tornare", rappresentando la realtà della vita,
della vita facilita la comprensione. Quante
ragazze possono riconoscersi
in quel processo (anche se i tempi sono
molto cambiati), in quel sentirsi
nell'abbandono degli eventi senza
possibilità quasi di intervenire in una fase
delicata della propria
crescita personale? Non sembra forse un tratto universale
della
gioventù? Una sfida a porsi fuori da sé in libertà, senza nascondimenti.
Eppure qualcosa non di scontato è successo nel 1958.
Eppure qualcosa non di scontato è successo nel 1958.
Perché “Memoria di ragazza” racconta
anche la facilità irriflessa della rottura
di una corazza religiosa, etica, culturale, costruita addosso, maglia su maglia,
inesorabilmente, da una madre molto premurosa e tuttavia di sguardo
lungimirante (e da un ambiente chiuso, povero, scandito da tempi dal
ritmo
cattolico): basta l’ingresso in una “colonia” per tirar
via quei lacci mai annodati
della corazza. Senza tormenti, comunque
assenti nel racconto.
Tutto scorre via. Non trovi un’idea dell’”amore”, e completamente manca
Tutto scorre via. Non trovi un’idea dell’”amore”, e completamente manca
il progetto di vita, così fortemente radicato in quella
generazione,
specie se di ambiente/formazione cattolica.
Di colpo "ciò che credevano di essere, scompare".
Ma un
progetto in nuce forse esiste, ed è il desiderio di sé e dell’Altro.
L’amore capita essere l’incontro un po’ casuale,
un po’
cercato, un po’ caduto addosso, poi ardentemente desiderato,
nel
suo aspetto corporeo.
Mentre il sé è indagato, scavato, allontanato, ripreso, portato in luce agli sguardi
Mentre il sé è indagato, scavato, allontanato, ripreso, portato in luce agli sguardi
di tutti, il “maschio” è appena abbozzato, forse di
proposito. Il maschio
ne esce “selvaggio”, dominato a sua volta
dal “desiderio” e basta.
Un ignaro schiavo. Altro che padrone:
sarà padrone anche delle sue mosse,
ma le mosse affondano
nell’indistinto del desiderio.
Nella “memoria” H. è un oggetto sì di desiderio, ma anche un fantasma,
Nella “memoria” H. è un oggetto sì di desiderio, ma anche un fantasma,
senza parole, solo gesti e sesso (anche se in una foto
futura sarà al centro
di una grande famiglia).
La “memoria” restituisce un solo caso di “gentilezza” nella relazione,
La “memoria” restituisce un solo caso di “gentilezza” nella relazione,
un solo “ti amo”, di Pierre D, che non si lascia
schiacciare dal “desiderio”,
perché nella mente ha anche altro.
E durevole nel tempo: in una lettera
ricorda ancora “la bella
ragazza”.
Ti sembrerà strano, caro Scapece: anche se nel leggere non ho incontrato
Ti sembrerà strano, caro Scapece: anche se nel leggere non ho incontrato
i grandi problemi, pur sento il desiderio di rileggere il
racconto,
perché vorrei meglio capire il senso della scrittura di
Annie (itinerario nel sé?
è troppo: intento pedagogico?); più volte Annie Ernaux tocca questo punto,
ma credo di non averlo compreso appieno, ho bisogno di rileggere
Memoria di ragazza.
E non mi basta la sua dichiarazione: "A che scopo scrivere, d'altronde,
se non per disseppellire cose, magari anche una soltanto, irriducibile
ogni sorta di spiegazione -psicologica, sociologica o quant'altro-,
una cosa che sia il risultato del racconto stesso e non di un'idea precostituita
o di una dimostrazione, una cosa che provenga dal dispiegamento
delle increspature della narrazione, che possa aiutare a comprendere
-a sopportare- ciò che accade e ciò che facciamo".
Stammi bene, caro Scapece, e sempre buone cose.
Severo
Stammi bene, caro Scapece, e sempre buone cose.
Severo
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