mercoledì 29 luglio 2015

Caso Azzollini: questioni di coscienza



La coscienza, nel nostro Grande Bel Paese, per seguire la retorica
infinita e misera di un nostro Premier, è una risorsa speciale, 
sempre utile, e multitasking.

Il Pd spesso scopre la sua coscienza, ma con più determinazione
in questa fase di Gran Cambiamento con un Nuovo Segretario.
Nel caso Azzollini, il senatore dal linguaggio urinario, accusato
di associazione a delinquere e concorso in bancarotta fraudolenta,
il richiamo alla coscienza, in quanto “proprio convincimento”, 
genera libertà di voto, ma quando in gioco è la riforma della Costituzione
il richiamo alla coscienza, in quanto “proprio convincimento”, 
semplicemente non esiste. I domiciliari per Azzollini valgono più 
della Riforma del Senato. La coscienza del Pd è a servizio.

Il senatore Azzollini ha una sua coscienza. Libera, senza lacci
e lacciuoli, da Uomo di Potere, al servizio del Bene Comune.
Ma per fortuna ogni linguaggio scopre la “suacoscienza,
specie quando è impegnati ad argomentare le proprie ragioni.
Azzollini si scopre persona di gran talento nel convincere, 
con il “suo” linguaggio Suor Marcella a eseguire i suoi ordini 
(almeno secondo l’accusa). Pare abbia usato, siamo maestri in Italia, 
espressioni senza peli sulla lingua per tenerla buona.
La sua è la coscienza del dominio.

Suor Marcella ha sicuramente timor di Dio, ma il suo silenzio,
forse anch'esso per timor di Azzollini, svela, impedita di ribellione civile, 
la “suacoscienza, comunque offesa. Eppure se Azzollini avesse parlato 
di orina a Suor Giovanna, la suora impegnata
nel sociale nel Nord, oggi il senatore sarebbe ancora costretto
a nascondersi con ignominia. Ma la coscienza di Suor Marcella,
nel Sud, ha dettato la rassegnazione.

I senatori del M5S, oggi, al Senato, insieme ad altri, hanno votato
per i domiciliari ad Azzollini. E’ vero, il Movimento 5 Stelle grida troppo 
e alza i toni oltre misura, una gioventù ad alto volume,
con un comportamento sui generis, senza esperienza di lunga data, 
eppure, grazie alla “suacoscienza, ricordando Jahier, l’onore d’Italia 
(almeno per ora) è salvo!

O no?
Severo Laleo


sabato 25 luglio 2015

La violenza, la vecchia di stazione e i giudici di Firenze


Stazione di Napoli, Napoli Centrale, proprio Napoli Napoli.
Sono gli anni della minigonna. Anni lontanissimi.
Una giovane donna è in fila per il biglietto del treno.
Ai lati della fila, per confine, dei solidi corrimano, a mo’ di  tubi,
di un ottone a tratti lucido e brillante. A volte opaco di sudicio.
In stazione, per il biglietto, s’era prigionieri di fila, senza catene.
Vuoi lasciare la fila? Devi essere abile a piegarti ad angolo retto,
e sgusciar via furtivo dal tubo d’ottone. Per stanchezza, e per la gioia
degli astanti: l’operazione biglietto era un’avventura dialogica.
All'improvviso un giovane “malvissuto”, con la fretta nelle gambe,
entra nella fila all'altezza della giovane donna e la stringe tra le braccia.
Gesti e intenzioni e violenza appaiono chiari a tutti.
Al gridare della giovane donna s’accorre in tanti.
Ma è lesto il malvissuto a fuggire.
Resta inconsolabile un pianto nelle braccia di solidarietà di un’altra donna
di fila, mentre a passi tardi e lenti  s'appressa la Polfer.
L’atrio di Napoli Centrale, esperto di violenza scippagna, si raggela.
Ma una vecchia (h)abitué di stazione urla sparata.
La memoria restituisce ancora quel suono violento, pressappoco:
Ave raggione  ‘o guaglione, è annura ‘a fetente”.

Per fortuna quella vecchia di stazione non esiste più.
Ma son rimasti ancora dei giudici, a Firenze, ad argomentare,
al par della vecchia, per giustificare una sconcertante violenza.
O no?

Severo Laleo

domenica 12 luglio 2015

In Italia i “capaci” in politica sono tutti uguali: casta continua



Le seguenti, si racconta, siano affermazioni intercettate 
del Renzi: "Letta non è capace..." "proprio non è capace..." 
"Letta sarebbe perfetto per la Presidenza della Repubblica"...
"Berlusconi è con me".
È incredibile quanta "nuova" (eppure sempre antica) cultura 
(si fa per dire!) politica contengano queste confidenziali 
espressioni di un conversare tra amici! E che amici! 
Tutte persone in istituzioni! Istituzioni quasi al bar, 
o in simil sede. Assente Aidos

In breve: il Potere non è per le persone perbene 
(Letta, alla fine, non è "cattivo", sostiene il Renzi), 
né, è facile arguire, per le persone miti, alla Bersani
ad esempio. Il Potere è solo per i capaci.
La Presidenza della Repubblica può bene andare a Letta
cioè a un incapace, ma il Potere Esecutivo, no! 
Per il Governo servono (a chi?) persone capaci
I Renzi, i Berlusconi, ora anche i Verdini, i Napolitano 
(capace, capace, nonostante il bis alla Presidenza 
della Repubblica!),  e tutti quegli onorevoli, troppi, 
capaci di "cambiare", cioè di non rispettare gli impegni 
assunti con gli elettori su un programma abbastanza 
chiaro e preciso. 
Anche questa è una notevole capacità, soprattutto qui da noi, 
nel Bel Paese. E in politica le persone capaci, si sa, 
sono tutte uguali: senza specifiche competenze, 
ma pericolose per la democrazia. 
Casta continua.

O no?
Severo Laleo