martedì 29 maggio 2018

I capipartito (maschi), gli inutili rappresentanti del popolo e la fine del M5S






Non so se è stato già notato, ma in questa corsa al voto,
in questo bisogno di tornare a sentir la voce del popolo sovrano
qualcosa non funziona, molto appare falso e ingannevole 

e comunque non “democratico”.

La cronaca. 
Due maschi capi partito hanno voluto ad arte, 
con piena consapevolezza, in nome del "popolo" italiano,
rompere con la Presidenza
della Repubblica senza minimamente sentire
il dovere democratico di ascoltare i propri parlamentari
circa il rischio di una così pesante frattura istituzionale
e della fine della legislatura.
A che servono deputati e senatori se due maschi capi partito
hanno nelle loro mani, senza consultare gli eletti del popolo
(cioè proprio quei rappresentanti di quel popolo
che si vuole ora di nuovo chiamare alle urne),
il potere assoluto di decidere, come e quando vogliono,
il destino di un intero parlamento?
Donde deriva tanto potere?
E’ legittimo in una democrazia parlamentare?
Poveri i nostri rappresentanti e povera la nostra democrazia!

Negli ultimi anni, almeno a partire da Berlusconi, i rappresentanti 
del popolo hanno perso via via la loro libertà di voto
e insieme il diritto di parlare, anche perché spesso, a causa di leggi 
elettorali incostituzionali, hanno preferito accovacciarsi con comodo 
dietro qualche leader (si fa per dire!)
potente di soldi e/o bravo di chiacchiera.
Scadendo l'idea di democrazia nella cultura personale, ogni leader “nuovo”
ha sempre tentato, attraverso i più diversi strumenti, di ridurre
le sedi e le occasioni di dialogo e discussione e di ampliare 
il potere decisionale sempre più nelle mani del “monocrate” di turno.
Ricordate: per Berlusconi bastava il sì del capogruppo!
la discussione in aula era di troppo, una perdita di tempo.
Se uno ha i "suoi" deputati così ragiona!

E oggi, dopo altri per fortuna tentativi bloccati, si vuole toccare 
la Costituzione proprio là dove la libertà del singolo parlamentare 
è garantita (assenza del vincolo di mandato).

Purtroppo è stata abbandonata definitivamente l’idea
di una democrazia parlamentare, del dibattito, del dialogo,
a parità di genere, e si è consentito a nuovi leader di diventare “capi”
di truppe silenti e acclamanti. 
E questa corsa verso il “capo” di turno ha di nuovo maschilizzato le truppe
in termini di cultura politica, favorendo le personalità forti
in ambizioni, arroganza e aggressione. 
Eppure mitezza e prudenza e cura sono qualità della politica.

Dispiace soprattutto per voi parlamentari del M5S; 
perdere la propria libertà di rappresentanti del popolo 
così senza far sentire la vostra voce in un passaggio fondamentale 
della formazione del governo è davvero deprimente; 
che “uno vale uno” valga almeno tra voi!
Dal silenzio a diventar fantocci il passo è breve. 
Eppure non riesco a immaginare deputate e deputati del M5S
votare per Ruby nipote di Mubarack!
Siete o non siete diversi voi?

Se il nostro Paese è ora in queste condizioni la colpa è anche della vostra 
inettitudine politica, del vostro silenzio, del vostro obbedir cieco. 
Forse è necessario un vostro orgoglioso scatto di libertà, nuovo, onesto, 
da parlamentari, rappresentanti del popolo sovrano. Altrimenti è la fine.
O no?
Severo Laleo

domenica 27 maggio 2018

Costituzione, “capi di partito” e popolo




Si è riusciti, anche a costo di sofferte divisioni 
tra amici e familiari, e "compagni", 
a difendere la Costituzione 
nella normalità di un referendum, 
e ora due "capi di partito", 
già a parole difensori della Costituzione, 
hanno in mente, 
con un atto fuori norma di irremovibilità ignorante
-nel senso neutro del termine-, 
di svuotare di fatto l'art. 92 della Costituzione, 
con il negare al Presidente della Repubblica, 
solo pro tempore Mattarella, 
la facoltà di "nominare" i ministri su "proposta"
del Presidente del Consiglio, 
riconoscendogli solamente una semplice facoltà di "firma", 
confondendo così, con ingannevole forzatura, 
le idee a tanti elettori. 

La sovranità è vero appartiene al popolo, 
ma questa sovranità deve essere esercitata 
nelle forme e nei "limiti" della Costituzione.
E il Presidente della Costituzione è garante
e ha il dovere di un suo rigoroso rispetto
a tutela sì di tutto il popolo!

O no?
Severo Laleo