domenica 31 marzo 2024

I "sepolcri", i massacri e la ribellione civile

 Oggi, 29 marzo 2024, è il giorno dei "sepolcri". Era una volta una molto seguita tradizione religiosa (o solo di costume), almeno nei nostri paesi del sud, ai tempi della fanciullezza/ giovinezza, visitare le chiese. Almeno sette. Tutte particolarmente addobbate, di bianco, nei teli e nei fiori, mentre veli di un tetro viola coprono ancora il crocefisso. Oggi, 29 Marzo, per una strana senile nostalgia, ho ripreso quella tradizione, dopo tanti, tanti anni di assenza. Ho visitato tre chiese. Ancora tutte addobbate di bianco ma con più modestia. E le numerose presenze di una volta non esistono più. Non ho incontrato un/a giovane né una persona al di sotto dei 50 anni. Anzi, si può senz'altro dire, l'età media delle persone incontrate in chiesa, poche, è intorno ai 75-80 anni, soprattutto donne, ancora con tanta, sincera devozione, confermata con l'accensione di una candela: stona soltanto, nel silenzio di intima preghiera, quel clac metallico dell'euro cadente nel salvadanaio appena sotto le candele. 

È triste questo deserto ai "sepolcri", anche per chi non crede più. Scompare l'idea stessa, una volta diffusa, di una partecipazione sofferente in attesa di rigenerazione.

Non saprei dire, da questo, se è cambiato il mondo, almeno questo nostro piccolo mondo, ora che il Dio dei "sepolcri" non incontra più quella moltitudine di persone, anche giovani, in silenzio raccolte, fatto sta che il mondo tutto continua ad andare sempre avanti, muto di parola, per la sua tortuosa e folle strada, e non è cambiato, e i "sepolcri" sono incolpevoli: continuano le guerre, continuano i massacri, soprattutto di "civili", senza pietà: e le "ragioni" sono sempre nel segno della violenza e della vendetta: incivilissime! È un'umanità sbandata, senza nessun rapporto con la vita e il suo rispetto. 

E già le riverenti e in silenzio compunte folle religiose dei "sepolcri" di una volta, almeno nell'europa cristiano-cattolica, digerirono troppo facilmente, senza un'opposizione culturale e etica, la loro compatibilità con il nazi-fascismo e con i suoi orrori dell'Olocausto. Tanti, troppi, i volenterosi carnefici di Hitler, e soltanto una persona a non cedere sul piano dei valori cristiani: Franz Jägerstätter.

Oggi, nel marasma violento delle guerre, forte suona per la pace il grido di Bergoglio.

Sarà possibile una nuova "cena", un nuovo riunirsi a "convivio", senza che ne segua una morte terribile e feroce, anzi ne segua un impegno a ritrovare la pace tra le persone? Forse gli uomini, specie se maschi, oggi al comando, bloccati da un agire di stampo duellante e patriarcale, chiusi nell'ego del dominio, pare non siano in grado né di capire il dolore delle vite spezzate, di cui credono di avere la piena disponibilità (per quanto tempo ancora?), né di stabilire "rapporti di parola alla pari", alla ricerca di una necessaria solidarietà planetaria.

È una terribile sventura: ribellarsi contro la guerra è difendere la vita!

O no?

Severo Laleo

giovedì 21 marzo 2024

Sguaiataggine anche in Francia: il Macron muscolare

 Viviamo in tempi davvero miserandi, soprattutto in ambito politico, un po' dappertutto nel mondo, sia per la dimensione etico-culturale (schiava ormai di parole e proposte violente, specie contro i migranti: Trump su tutti, almeno nelle democrazie occidentali, e Sunak, e Meloni, e Orban, e... ), sia semplicemente sul piano dell'immaginazione/comunicazione.

E ancora più miserandi sono questi tempi, se un'immaginazione/comunicazione sguaiata e una rovinosa débâcle etico-culturale si accompagnano a pensieri sempre più insistenti di guerra. 

Ma che è successo così improvvisamente all'Europa? Perché in politica la smania di "apparire" forti e sicuri di sé è diventata così sfacciata, oltre il senso comune del rispetto, fino al limite della decenza? 

Ed ecco Macron "farsi vedere" tutto intento, muscoloso (non sarà mica una risposta al "femmineo" di quell'acuto senatore dei Fratelli d'Italia?), nell'atto di dar pugni a un sacco...dopo aver parlato di invio di truppe in Ucraina! Non era forse di Putin la propaganda muscolare? Deprimente, molto deprimente!

Resisteranno gli altri capi di governo in Europa, uomini e donne, a tenere un profilo pensoso dei problemi della collettività? A comportarsi con dignità almeno pari alla gravità delle situazioni? Si può avere qualche dubbio: comportamenti sguaiati istituzionalmente sono diffusi un po' dappertutto. (E viene in mente ancora la prova di penoso cabaret della nostra Presidente del Consiglio nel suo comizio finale in vista delle elezioni regionali in Sardegna; e, da ultimo, il suo gioco delle faccette alla Camera.)

Intanto, insieme ai muscoli di Macron, appaiono sempre più insistenti in Europa pensieri e parole di guerra. Si vogliono addirittura preparare i "civili" - proprio così si legge, i "civili"!- all'idea della guerra. Si dimentica facilmente, troppo facilmente, che l'umanità si può esaltare soltanto nella ricerca della solidarietà nella pace, nel convivere "senza massacrarsi". Non esiste altra possibile umanità futura!

Qui comunque si vuole continuare a credere (almeno a sperare) che il mondo delle persone immerse nell'agire/fluire quotidiano sia più avanti, per senso di civiltà/pace, di tanti giocatori della politica.

O no?

Severo Laleo


.

domenica 17 marzo 2024

Il nuovo nome della pace: "le guerre vanno fermate"

 Questa volta il Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, ha scelto la Giornata dell'Unità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno
e della Bandiera, una giornata cioè tutta "nazionale", per rilanciare, con profonda, sentita sincerità, ancora una volta, il suo messaggio di pace alla intera "comunità internazionale".

E non ha voluto tessere un inutile, ennesimo, elogio della pace, al contrario, ha scelto di non nominare la pace, ma semplicemente la condizione reale, concreta del suo esistere, con un perentorio "le guerre vanno fermate".


E con un ben chiaro progetto per il futuro:
"affinché si ripristini il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, a garanzia della vita di ogni popolo".


Sì, a garanzia della vita di ogni popolo!
Grazie Presidente.
Severo Laleo

venerdì 8 marzo 2024

8 marzo 2024...

... quest'anno sconvolte le Mimose 

gridano dagli alberi:


Non è tempo di festeggiamenti

È tempo di dolore imperativo 

Sollevatevi donne di tutto il mondo

Marciate forti per la pace 

Portate dappertutto la "parola"


perché gli uomini, questi uomini,

da sempre "muti" nelle armi,

sono inetti per la pace.

O no?

Severo Laleo

venerdì 1 marzo 2024

La scuola ha un solo compito: promuovere senza esclusioni libertà e conoscenza

 Mi è capitato di leggere su Oggi 
l'intervento di Fabio Fazio sulla proposta
di questo governo di riportare indietro 
nel tempo il sistema di valutazione
nella scuola elementare. 
E mi ha molto colpito, 
da veterano della scuola, 
trovare in un uomo, sia pure fine e colto, ma professionalmente immerso 
nel mondo dei "successi", una così profonda saggezza a proposito del ruolo della scuola nella formazione della persona. 
È vero, siamo abituati a vedere nella scuola (dove comunque esistono, spesso nascoste, tante, tante eccellenze) solo lunghi corridoi di aule con banchi, cattedra e lavagna all'interno delle quali si celebra, da secoli ormai, il rito di un far scuola, soprattutto a livello superiore, fondato sul trinomio lezione-interrogazione-voto, dove il voto rappresenta il punto finale più importante dell'intero processo. Un'assurdità. Eppure l'introduzione della Nuova Scuola Media, sul finire degli anni 60 (anni 60!), aveva spinto in avanti il nostro sistema scolastico: nuovi programmi, nuova didattica, nuova valutazione. Ma le resistenze a quell'idea 
di scuola aperta, su misura per tutte/i, "inclusiva", furono forti e continue, e ritornano, ora, con il ministro Valditara, ministro anche del "merito", un'entità ideologica declinabile a piacere.
Fabio Fazio, al contrario, con semplici osservazioni/intuizioni, riesce a cogliere 
il significato profondo della scuola e invita calorosamente il ministro a "fermarsi a riflettere".
Ecco, entrando nel vivo, stralci del suo intervento.
Fazio è molto preoccupato dell'intenzione del ministro di introdurre, già dal prossimo anno scolastico, il giudizio "gravemente insufficiente" nella scuola elementare, e scrive: " Signor ministro, non lo faccia, lasci stare. Introduca piuttosto insegnanti di sostegno, e in numero adeguato, nelle scuole di ogni ordine e grado. Che cosa potrebbe mai significare "gravemente insufficiente" per un bambino di sei anni, se non un trauma e una umiliazione? Trovo che l'idea di averci pensato sia drammatica. Perché mostra il dramma di chi evidentemente non si rende conto di che cosa sono oggi i giovani, da quale fragilità siano afflitti e di quanto sarebbe necessario invece costruire una scuola inclusiva che abbia il compito innanzitutto di rispettare i tempi di crescita di ciascuno alunno e di aiutarlo a scoprire le proprie passioni".
E continua Fazio: "Dalle elementari alle superiori, la scuola dovrebbe appassionare. Alla conoscenza, allo studio, alla scoperta del mondo e soprattutto di se stessi. I ragazzi hanno più che mai bisogno di essere ascoltati, accompagnati nel loro percorso di crescita in un tempo per loro difficile come quello che stiamo vivendo...
l'idea che la scuola efficiente sia fatta di lezione frontale, di valanghe di compiti per le vacanze, di verifiche e di stress, mi sembra anacronistica, una grande occasione sprecata...Una scuola che boccia e punisce rappresenta il fallimento della scuola. ... Cambi rotta ministro e faccia in modo che la scuola sia un luogo protetto e protettivo, in cui da sei anni fino alla maturità, ci si possa sentire non giudicati e in cui semmai si forniscono gli strumenti per imparare a giudicare. Anzi per comprendere più che per giudicare". 
D'accordo Fazio, anche se credo sia giusto aggiungere che la scuola di oggi, con tutte le note e dolenti carenze, sia ancora un luogo insostituibile di libera e critica formazione, grazie soprattutto all'impegno di tantissime/i docenti preparate/i e premurose/i. E non sarà una nuova "ideologia" a spingerla indietro.
O no?
Severo Laleo

Gaza, Guterres e i femminismi

 A Gaza non è in corso una guerra, è in corso un massacro. 

Tutte le autorità di governo nel mondo non possono più giocare a nascondersi, non possono più trovare giustificazioni a ogni azione di Israele sempre ricordando i fatti tragici e orrendi del 7 ottobre. 

Oggi le autorità di governo di tutto il mondo hanno un solo dovere: intervenire per bloccare questo massacro continuo oltre le operazioni di guerra. 

Forse qualche gesto forte e ampio potrebbe essere importante. 

Ad esempio, il segretario dell'ONU Guterres, incredibilmente inascoltato pur avendo sempre denunciato gli ingiustificati interventi di morte di Israele contro il popolo palestinese, potrebbe dare le dimissioni per aprire un dibattito ampio sul significato della "sicurezza" di ogni persona nel mondo, a prescindere da tutte le contingenze, nelle mani dell'ONU.

Non solo. 

E sarebbe anche necessario che tutti i movimenti femministi del mondo aprissero una breccia larga nel fortino della volontà di guerra/violenza degli Stati (dominati ancora da cultura maschilista, nonostante qualche leader donna) con rumorose manifestazioni internazionali per dire 

no all'uso della violenza/guerra, 

no a morte/distruzione in ogni parte del mondo, 

no alla corsa degli armamenti,

sì a investimenti cospicui nella diplomazia della "parola".

Non si più stare a guardare senza azioni.

O no?

Severo Laleo