giovedì 26 settembre 2019

Placido Domingo e gli standard dell'assalto sessuale



Dichiara Domingo, il Placido tenore,
a proposito delle accuse
di molestie sessuali
riferibili a qualche decennio fa:
"Riconosco che le regole e gli standard
con i quali ci dobbiamo misurare oggi
sono molto diversi da quelli del passato”. 
E aprendo a una visione sui nuovi tempi, promette:
Mi comporterò seguendo standard
più alti“.

Quest'uomo non ha idea alcuna di relazione
alla pari tra un uomo e una donna.
Ragiona solo in termini di "standard",
senza porre in discussione la sua filosofia dell'assalto sessuale.
Forse il successo a volte rende l'uomo violento.
O no?
Severo Laleo

giovedì 19 settembre 2019

Il bicratismo e Italia Viva


Ho proposto il bicratismo, ossia la guida politica duale, 
di un uomo e una donna, insieme, con pari facoltà, 
a tutti i partiti della "mia" sinistra, dico tutti, o quasi, 
e ne trovo ora la realizzazione in Italia Viva!

Leggo infatti (le parole sono di Renzi):

La guida provvisoria di Italia Viva è stata affidata a Teresa Bellanova 
e Ettore Rosato. Ogni incarico in Italia Viva avrà una regola: 
parità di genere. Donna e uomo, uomo e donna”. “C’è chi dice 
che questo sistema è barbaro, perché non sono le quote 
di genere a garantire la partecipazione femminile. 
Io dico che è ancora più barbaro un sistema in cui siamo 
sempre tutti uomini. Italia Viva sarà un partito femminista: 
senza ideologie del passato, ma una casa in cui una ragazza 
che voglia puntare in alto sia libera di farlo”.

Bene, ma un po' me ne dispiace, anche perchè la guida duale 
non è strumento per dare un'opportunità 
a "una ragazza che voglia puntare in alto", 
ma tentativo serio e nuovo di migliorare la qualità delle decisioni 
in politica. E non solo.

Sarà cmq stimolo per una riflessione seria, anche a sinistra, 
sul monocratismo e la sua storia. Senza una nuova cultura 
del "potere" e della relazione uomo-donna 
sarà difficile aprire in politica veramente nuove strade. 
O no?
Severo Laleo

mercoledì 18 settembre 2019

Renzi, la diarchia e il bicratismo


Dichiara Renzi nella sua intervista ieri a la Repubblica
a proposito del suo partito (comunque carismatico):

"Il nome non glielo dico, ma non sarà un partito tradizionale,
sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello 
alla guida. Teresa Bellanova sarà la capo delegazione nel governo.
Una leader politica, oltre che una ministra. 
Per me le donne non sono figurine e l’ho sempre dimostrato. 
In ogni provincia a coordinare saranno un uomo e una donna: 
la diarchia è fondamentale per incoraggiare la presenza femminile."

Bravo Renzi!
S'avvia a riconoscere l'importanza nel futuro della guida duale,
di un uomo e una donna insieme, per ora a livello di partito,
domani chissà anche nelle istituzioni.
È un'apertura al bicratismo.
In verità, il futuro non può non vedere la fine del monocratismo,
cioè dell'uomo (qualche volta della donna)  sempre solo/a al comando.
Il monocratismo è il risultato storico, nelle istituzioni
e in ogni vertice decisionale, del maschilismo originario.
Aprire a una "diarchia" è guardare avanti.
D'accordo Renzi, almeno su questo!
Ma c'è un problema.
La diarchia non è solo per la provincia, è per tutti i livelli
ed è incompatibile con un capo carismatico,
quasi sempre un Maschio Alfa.
Altrimenti non è un cambiamento culturale reale,
ma solo una concessione graziosa.

O no?
Severo Laleo

martedì 17 settembre 2019

Le parole sono (spesso) la persona



Nel 2012, Renzi si presentò al popolo delle primarie (vinse il mite Bersani) con un suo documento "IDEE".
Noi lo si lesse. 😉
Il capitolo 12  e ultimo delle “Idee” si chiudeva con queste parole:

“Il programma di Matteo Renzi sarà presentato alla Stazione Leopolda di Firenze, due settimane prima del voto delle primarie. 
Ciò che importa fin d'ora è che tutti quelli che contribuiranno 
a questo percorso condividano l’ambizione di non porsi limiti. 
Come dice il saggio, anche un viaggio di mille chilometri inizia con un singolo passo.

2012: ecco le parole, ecco la persona. “L’ambizione di non porsi limiti” stride con qualunque idea di confronto politico, di mediazione, di prudenza, di saggezza, ed è pericolosa, e insieme violenta, specie se è la cosa "più importante".
Travolge tutto.

E’ pur vero che “il cammino s’apre camminando”, ed è giusto che ognuno abbia la possibilità di avviare un “suo”cammino, ma senza una meta definita, senza un traguardo trasparente, senza la misura dei passi,
senza il tracciato di strada,
senza il senso del limite, ma con l'unica ossessione dell'ambizione, si rischia di vagare al buio nei meandri del Potere.

O no?

Severo Laleo