mercoledì 27 gennaio 2016

Nota minima per Calabresi, neodirettore, a margine del suo Editoriale



Tutto condivisibile il suo Editoriale. D'accordo  Direttore.
La Repubblica continuerà ad essere un giornale criticamente
impegnato nell'estendere le libertà.
Eppure qualcosa d'antico, sempre lungo la linea immutabile
del conservatorismo, scorre nel suo discorso.
Basti quest'elenco (inevitabile, ma non necessariamente) di persone:
Scalfari (la lezione del fondatore), Mauro (esempio di dedizione),
ora Calabresi (con la sua valigia), e Montaigne, e Lippmann,
e Bornstein...

Perché riteniamo "normale" la solitudine del Direttore
(maschio, quasi sempre, rarissimamente donna, e comunque,
uomo o donna, sempre "gran solitari"!)?

Perché non alleggerire l'eroica solitudine del direttore
con una condirettrice?
Esiste un'ipotesi di innovazione in questo campo?
Ad esempio, una direzione duale: un uomo e una donna.

Forse il monocratismo maschilista è anche una lontana concausa
della "grande banalizzazione" dell'oggi.

O no?

Buon lavoro!

Severo Laleo

Auschwitz, disvelamento e coprifuoco




Oggi, 27 Gennaio, Giorno della Memoria, o anche del Dolore Universale, 
coincidente e con la Liberazione da parte dell'Armata Rossa del Campo 
di Concentramento di Auschwitz, e, per un bizzarro gioco della Storia, 
coincidente anche, nella memoria della Chiesa Cattolica, con la traslazione 
dei resti mortali a Costantinopoli, “tra una folla osannante”, del più accanito 
predicatore cattolico antisemita, San Giovanni Crisostomo,
quasi a ricordare un’origine lontana e comune di un colpevole razzismo, 
appunto, oggi, 27 Gennaio, l’Umanità  conferma, attraverso tante 
e tante manifestazioni,  la sua determinazione,
almeno si spera, nel ribadire la necessità di un’opera
di disvelamento totale e continuo di fronte a ogni tipo di Violenza, 
nella convinzione di evitare, per il futuro, al più gran numero
di persone, l’errore di nascondere e nascondersi per diventare,
in complice silenzio,  “volenterosi carnefici” di Qualcuno.
Ed è giusto ricordare oggi la figura del Pastore Walter Höchstädter,
perché rifiutò di nascondersi e scelse la parola per denunciare
la Grande Violenza.
La Liberazione di Auschwitz disvela al mondo l’orribile esito
finale di ogni pratica di Potere basata sul non riconoscimento
della pari dignità di ogni persona umana, senza eccezione.
In ogni dove è minacciata la dignità della singola persona,
là il germe della violenza prospera e può esplodere.
E spesso a soffrire di più, in ogni lato del Mondo, è la dignità
di donna. Ogni impegno per la pari dignità delle persone
è sempre un impegno contro ogni forma di violenza.

In Europa, purtroppo, preoccupati noi, non senza qualche ragione, 
di difendere la nostra quieta (non sempre) condizione di vita, 
ogni giorno rischiamo, misconoscendo, con contraddittorie misure 
amministrative e legislative, il nostro livello di civiltà giuridica, 
raggiunto a caro prezzo attraverso la tragicità dell’orrore, di scivolare, 
per paura e pigrizia, di nuovo nel nascondimento.
E ognuno è invitato a chiudere la porta, di nuovo vittima
di un infernale coprifuoco.

O no?

Severo Laleo 

domenica 10 gennaio 2016

La violenza vigliacca del Maschio, a prescindere




La notte del passaggio tra il 2015 e il 2016,  nella Piazza della Stazione,
nella città di Mondo, un centinaio di Maschi, ubriachi e bellicosi,
complice la "Festa", spintona, assale, deruba, scaraventa a terra
un altro centinaio di Maschietti trovati a gironzolare da soli nella Piazza.
Per divertimento, per uscir fuor di noia.
Nasce un parapiglia. Maschi e Maschietti si colpiscono a vicenda.
Volano schiaffi e mazzate. Qualcuno prende anche pietre e panchine.
La Polizia intuisce tutto e interviene.
Carica dappertutto e disperde i lottatori. Senza usare i guanti.
In un'ora tutto torna normale: la piazza di nuovo è di tutti.
Tra Maschi e Maschietti la rissa è inevitabile.
La cultura delle mani è comune. La sopraffazione è un terreno di incontro.
Le Forze dell'Ordine sono pronte a vigilare.

Ma la cronaca di Colonia, una città Mondo con tante sue "anime",
racconta altro. Racconta una violenza vigliacca.
La religione non c'entra, se Religione è, non c'entra l'emigrazione, 
se non indirettamente, non c'entrano la miseria e il disagio, 
pur soffocanti, non c'entra il sesso, perché non è in Piazza: 
c'entra solo ed esclusivamente l'abitudine 
del Maschio Primitivo alla violenza vigliacca.
Sì, vigliacca, perché è esercitata contro chi non ha la cultura
o la forza di una reazione altrettanto violenta:
ieri le donne, altre volte i disabili o i barboni.

Quei Maschi sono sempre gli stessi, in tutto il mondo,
con ogni colore di pelle;  è inutile cercar differenze.
In comune hanno una visione dell'Io Maschio fuori di Civiltà.
Questa violenza vigliacca si sradica solo con l'educazione.
Senza, si sposta semplicemente in altre Piazze.
Eppure, per sradicare definitivamente questa violenza vigliacca,
è necessario trasformare le strutture del Potere nel Mondo,
tutte ancora dominate dal Monocratismo Maschilista.
O no?

Severo Laleo

mercoledì 6 gennaio 2016

Il trionfo ignaro del Maschilismo: la Ferrari non c'entra



Chi ha visto la cerimonia, un po' infantile, con giocattolo finale,
dell'approdo della Ferrari in Borsa,
non può non aver notato, nella sala del Palazzo Mezzanotte,
la folta tribù, esclusiva , di Maschi Plaudenti.
Sorridenti, entusiasti, sprizzanti futuro.
La presenza di qualche donna è solo di "servizio".
Per forza!

E' un'immagine plastica del mito della Competizione,
della Corsa con Gara continua (senza senso),
del mito della Velocità, del mito della Vittoria,
del mito del Lusso, del mito della Ricchezza e dell'Esclusività,
un'immagine di un mondo ormai artificiale,
senza legami con la realtà,
riservato a Maschietti dediti al Divertimento. Perenne.

Ed è un'immagine vera del Maschilismo Industriale,
Perverso, perché ritiene di rappresentare il Massimo.
Ora anche con il sostegno nazionalfascinoso del Governo:
L’Italia c’è! Se ci mettiamo in pista siamo i più bravi del mondo
Appunto!
Un Maschilismo convinto di essere Universale,
un Sogno di tutti, senza esclusioni. Eppure non è così:
il processo di civilizzazione lascerà tra le macerie
gli Autodromi del Mondo!

Forse non esiste ancora la coscienza critica per rompere
il Giocattolo. Perché di Trastullo si tratta. Per i Potenti.
E per i Plaudenti.
O no?

Severo Laleo