domenica 11 giugno 2017

A proposito di un appello: il disorientamento del Maschio Alfa e la diversità di programma e di leadership a sinistra (almeno si spera!)



Quattro Maschi Alfa*, che più Alfa non si può, tutti fuor di Parlamento,
decidono, quasi all’improvviso, di mettersi d’accordo per andare
al voto anticipato; e per far questo decidono, conseguentemente,
anche di fare una legge elettorale, a tambur battente, purchessia,
insomma un qualunquum, ma sempre con il comune chiodo fisso
di non consentire al corpo elettorale di scegliersi i suoi candidati,
uomini e donne. Tutti d’accordo!
I Quattro Maschi Alfa, in un giro di voto alla Camera, si son subito persi,
per fortuna, da soli, e, disorientati, per continuare a sentirsi Alfa,
si son subito presi per azzannarsi a vicenda. Spettacolo indecoroso:
le istituzioni, ammonisce il prof. Scapece, son finite in mano a “’e criature”!

Che fare?
Bisogna che le persone di buon senso, non solo a sinistra, a ogni livello,
inventino qualcosa. In verità dalla sinistra dispersa è arrivato un appello.
Sensato. Ma con quali novità?

Innanzitutto è un appello firmato da una coppia, da un uomo e una donna,
e non da un Capo/Leader maschio o ex Capo/Leader maschio, uso a giocare
al banco del Potere; e già questo, di per sé, segna una svolta interessante
nella comunicazione e iniziativa politica di oggi: tra i tanti leader,
quasi sempre esclusivamente maschi, e tutti con l’ambizione
del Comando, e tutti dalla parola mastodontica, ecco un’Anna Falcone
e un Tomaso Montanari prendere la parola per tentare, con un appello semplice,
e sensato, a tutti comprensibile, di costruire non un campo/movimento
strumentale per una tornata elettorale, ma un comune sentire politico, a sinistra,
sulla base di qualche chiara idea di programma e d’azione.
Di programma: segnare una differenza netta con il campo degli avversari politici
intorno all’idea forte di lotta alla disuguaglianza, per una equa, controllabile,
trasparente, distribuzione delle risorse, per restituire dignità piena e larga
all’essere persona; in breve, per dare un senso riconoscibile immediatamente
all’idea di sinistra.
Di azione: unire tutte le forze di sinistra in un’unica “grande lista di cittadinanza”,
con il conseguente corollario, aggiungo, di una leadership di cittadinanza,
di uomini e donne alla pari, “attraverso un percorso unitario aperto a tutti
e non controllato da nessuno”.

Non so se l’appello riuscirà a convincere i tanti rivoli della sinistra,
ognuno gloriosamente guidato dal suo tanto orgoglioso quanto criptico
organigramma, a confluire nel gran fiume della sinistra unita
senza calcoli di portata d’acqua, ma so quanto sia necessario
per tutto il Paese che si abbia da parte di tutti questa generosa,
politica consapevolezza.

La sinistra conta tantissime persone con cultura e temperamento,
con doti di ascolto e di sintesi, utili al mestiere di governo;
se ne costruisca un lungo elenco sulla base di disponibilità personali
e di criteri trasparenti e condivisibili, e da questo elenco si scelga,
a tempo e per sorteggio, sia la leadership, rigorosamente di coppia,
un uomo e una donna (la sinistra non può perpetuare l’anacronistica struttura
monocratica del potere di atavica derivazione maschilista),
sia una quota alta di candidature, di donne e uomini alla pari,
per la rappresentanza nelle istituzioni. Il servizio politico per il bene comune
è dovere di ogni persona, a prescindere dal livello di impegno.
Almeno a sinistra.
O no?
Severo Laleo


*Non si vuole con questa espressione dare un giudizio sulle persone,
ma solo sottolineare i pericoli, per la democrazia, del leaderismo 
e del monocratismo.