Scrive Tomaso Montanari nella breve nota di commento alla traduzione, a cura di Nadia Fusini, di un testo "struggente" di Virginia Woolf¹: "Nessuno come Virginia Woolf ha saputo esprimere la radicale alterità delle donne rispetto alla guerra: eterno “gioco” bestiale dei maschi, frutto della loro (della nostra) puerile e omicida volontà di potenza."
Mai come questa volta, in questa assurda guerra tra sordi (nel senso di incapaci di ascoltare) e di muti (nel senso di incapaci di usar parole), l'immagine della guerra come "gioco" bestiale dei maschi è evidente e sotto gli occhi di tutte/i: donne, bambini e persone anziane costrette a soffrire/fuggire per lasciare libero campo di battaglia agli "uomini", ai "maschi", fino al "duello" finale tra "due" irriducibili.
È così scoperto il " gioco", e così accettato da quasi tutti gli uomini e da non poche donne, che si fa molta fatica a ragionare, a tentare di aprire la mente, a riflettere e infine a gridare, mentre osserviamo impotenti: "fermatevi, siamo tutte/i coinvolte/i, non solo "i" duellanti. Le persone contano."
Il "gioco" vuole sempre un vincitore e un vinto, senza eccezioni, proprio come nella logica "puerile".
Questa è la guerra, e non si dica che è propria del "genere umano", è solo del genere maschile (nel senso di strutture di potere ancora intrise, nelle autocrazie più, meno nelle democrazie, della cultura maschile del dominio.)
Grazie Virginia Woolf.
¹Pensieri di pace durante un'incursione aerea (agosto 2940)
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