lunedì 7 novembre 2016

La Leopolda, la battaglia finale, il “fuori fuori” e l’idea di democrazia




La battaglia finale del 4 dicembre –grida, a leggere HP,  il Premier
(il Premier di tutti!)- è il derby (la fissazione per il calcio, di memoria
berlusconiana, è dura a morire!) tra passato e futuro, cinismo e speranza,
rabbia e proposta, la nostalgia e il domani”.
E la dominata platea dei seguaci (o tifosi), la platea cioè del futuro 
contro il passato, della speranza contro il cinismo, della proposta 
contro la rabbia, del domani contro la nostalgia, appena il Premier 
(il Premier di tutti!) si scaglia contro D'Alema, Bersani, Speranza 
(Cuperlo è salvo per un pelo), urla, già pronta per la battaglia finale 
(aggettivo di tristissima connotazione): “Fuori, Fuori”.
Il Pd del mite Bersani è definitivamente morto: la Leopolda tiene 
altre persone, altri propositi, altra cultura, altre alleanze, altra vis.
Se non sei leopoldino, sei il passato, sei cinico, sei rabbioso, sei nostalgico.
Si è ormai oltre il limite, il senso della misura è perduto, 
in un manicheismo infantile, con hybris in agguato. Eppure il Premier 
è il Premier di tutti, anche dei cattivi con il NO!

Passi pure il tifo da stadio (da Craxi, a Berlusconi, a Renzi il tifo 
è sempre contro un “nemico”), ma non si può lasciar passare 
l’idea corta di democrazia espressa nelle parole di foga dal Premier 
(il Premier di tutti!). Quali parole? Eccole, ancora recuperate in HP.
Nel difendere la sua Riforma contro il fronte del NO, il Premier strilla:
Loro dicono di difendere la Costituzione, ma semplicemente cercano 
di difendere i loro privilegi (chissà perché i privilegi dei “loro” 
sono diversi dai privilegi dei “suoi”) e la possibilità di tornare al Potere
(grida proprio Potere!) Sanno che il 4 dicembre è la loro ultima occasione 
per tornare in pistaquesta è la partita (e dai, basta, Premier, 
con le solite parole: pistapartita, rigore, palla, scendere in campo)
non ce n’è altre, non ci prendiamo in giro! Ma quale articolo 70!”. 
Quando si dice entrare nel merito! 
Non c’è che dire, è proprio la battaglia finale.

Incredibile! La stampa ripete e non vuole comprendere 
la gravità delle parole. Ormai  nel ventennio dei leader e dei leaderini 
(Renzi è l’ultimo tra i tanti) abbiamo perso il senso di comunità 
democratica. E’ una rissa continua. E sempre tra i “capi”. 
Le persone normali sono invitate a ascoltare e a seguire.
Rileggiamo questo passaggio “loro … semplicemente cercano … 
la possibilità di tornare al Potere”. La battaglia è per il Potere!
Bisognerebbe preoccuparsi (si fa per dire: siamo pur sempre italiani!)
per le parole usate dal Premier (il Premier di tutti!) per attaccare
i sostenitori del NO. Sono parole pesanti: da una parte, tutte rivolte 
ai leader (anche qui, si fa per dire, ma quali leader!) di quel campo del NO,
senza prendere minimamente in conto le ragioni sincere di milioni 
di persone decise liberamente a votare NO, a prescindere da quei leader 
(D’Alema, De Mita, Berlusconi), dall’altra rivelano un’idea disordinata 
e personalissima della democrazia; sembra dire il Premier 
(il Premier di tutti!): attenti, se vince il NO, “loro” potrebbero tornare 
al Potere; se invece vince il SI’ gli si toglierà la possibilità di tornare 
al Potere. Il SI’ servirà a sbarrargli la strada.
Perché, cosa cambia veramente con la Riforma? Che c’entra il SI’ 
con il tornare al Potere? Perché il SI’ dovrebbe impedire a “loro” 
di tornare al Potere. Non sono forse libere le elezioni? 
O si sa già chi prenderà il Poterechi vincerà, cioè, 
e con quale legge elettorale, le prossime elezioni politiche, 
solo in conseguenza del risultato referendario? 
E perché sarebbe la battaglia finale? Per chi?
E quale valore esprimono in democrazia tutti i NO di milioni di persone 
interessate solo all’estensione e non alla riduzione degli spazi 
di democrazia?  Anche quei NO lottano per il Potere?
Qualcosa non torna.
Anche qui la colpa sarà della fretta e della semplificazione.
E Napolitano, già Presidente super partes (si fa per dire), 
non ha nulla da raccomandare? E’ anche lui per la battaglia finale
E a chi appartiene?  A quei ”loro” o ai “suoi”?
Tertium non datur! Che disastro!
Anche il voto del Presidente Mattarella, pur simbolo di unità, 
in questa logica, servirà a spaccare in due il Paese.
Sarà bene si astenga, se è l'ultima battaglia. Non può partecipare 
alla  battaglia finale! Il sospetto di essere, in questa battaglia finale,
comunque da una parte, sarebbe troppo pesante per il garante dell'Unità.
Nella battaglia finale dovrà essere neutrale.

Una volta - i giovani di oggi non potranno capire - in Italia si applicava
contro il PCI la conventio ad excludendum; quell’idea ad excludendum 
ora torna in auge con più vis d’azione. Ma contro quei “loro”.
Insomma la Riforma serve per impedire a quei “loro” di tornare al Potere!

Ma dove sono i giornalisti  liberali in questo Paese!

Forse solo per il Premier la preoccupazione non è l’art.70;
il Premier ha un’altra preoccupazione, ed è detta con estrema chiarezza,
ed è quella di togliere, con il SI’, a quei “loro”, la possibilità di tornare 
in pista (ormai la terminologia è sempre da stadio!).
Ecco a cosa servono i SI’; perciò la battaglia è finale!
Quali scenari prevede con il SI’ il Premier (il Premier di tutti!)
tali da sbarrare ai NO la possibilità di tornare al Potere? Non è dato sapere.
Trovo questa vis contro quei “loro” (noi semplici persone libere votanti NO, 
non contiamo per il Premier) molto confusa e sconveniente in un uomo 
di Stato. E pericolosa per il futuro. Anche solo per intrinseca sciatteria.
O no?

Severo Laleo

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