domenica 27 maggio 2018

Costituzione, “capi di partito” e popolo




Si è riusciti, anche a costo di sofferte divisioni 
tra amici e familiari, e "compagni", 
a difendere la Costituzione 
nella normalità di un referendum, 
e ora due "capi di partito", 
già a parole difensori della Costituzione, 
hanno in mente, 
con un atto fuori norma di irremovibilità ignorante
-nel senso neutro del termine-, 
di svuotare di fatto l'art. 92 della Costituzione, 
con il negare al Presidente della Repubblica, 
solo pro tempore Mattarella, 
la facoltà di "nominare" i ministri su "proposta"
del Presidente del Consiglio, 
riconoscendogli solamente una semplice facoltà di "firma", 
confondendo così, con ingannevole forzatura, 
le idee a tanti elettori. 

La sovranità è vero appartiene al popolo, 
ma questa sovranità deve essere esercitata 
nelle forme e nei "limiti" della Costituzione.
E il Presidente della Costituzione è garante
e ha il dovere di un suo rigoroso rispetto
a tutela sì di tutto il popolo!

O no?
Severo Laleo

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