mercoledì 27 aprile 2022

Il Papa, la Premier Kallas e la presenza della donna al Potere



Vorrei provare a porre, forse un po’ forzatamente, su un medesimo piano,
per una riflessione aperta, parole proferite in contesti molto diversi
da persone distanti tra loro, ma con un medesimo pensiero/assillo nella testa.


Agli inizi di aprile, nel suo viaggio apostolico a Malta, Papa Francesco
ha ricordato: “La tenerezza delle madri, che danno al mondo la vita,
e la presenza delle donne sono l’alternativa vera alla logica scellerata
del potere, che porta alla guerra
. Di compassione e di cura abbiamo 
bisogno,
  non di visioni ideologiche e di populismi, che si nutrono 
di parole d’odio e non hanno a cuore la vita concreta del popolo, 
della gente comune.”


Sempre in Aprile, in un’intervista al Times, la Premier dell’Estonia, 
Kallasha sostenuto: "Forse è molto sessista, ma lo dirò comunque: se avete dato, se hai dato alla luce una vita umana, togliere la vita al figlio di un'altra madre è così crudele". ilFattoquotidiano.it, in sintesi, così ricostruisce l’affermazione di Kallas, ispirata dal libro Il declino della violenza di Steven Pinkerpsicologo di origine canadese: “Se al Cremlino ci fosse stata una donna l’invasione dell’Ucraina non ci sarebbe mai stata.


Per il Papa Francesco, quindi, “la presenza delle donne è l’alternativa vera alla logica scellerata del potere, che porta alla guerra”, e per la Premier Kallas, “l’invasione dell’Ucraina non ci sarebbe stata,
con una donna al Cremlino.


Ognuna/o di noi è invitata/o a riflettere, e non può, per pigrizia mentale e/o per inveterati luoghi comuni, cavarsela abbandonando il campo, semplicemente non ascoltando (quando non si sminuisce/insulta); 
al contrario, è tempo di comprendere quanto la storia del potere e del dominio, e delle conseguenti guerre, qualsiasi origine abbiano avuto (religioni, nazionalismi, imperialismi, razzismi, scontridi classe, etc.) dipenda dalla cultura maschilista dei capi/governanti, quasi sempre, appunto, “maschi”; tutte le strutture di potere, nelle democrazie meno, più nelle autocrazie, si fondano su questa visione dei rapporti di forza  direttamente alimentata/corroborata da secoli di pratica maschile della volontà di sopraffazione, vestita di ogni pretesa/pretesto e includente ogni possibile atrocità lungo il percorso per la “vittoria”.

Questa logica di guerra per la vittoria non è una logica facile da seguire da parte di tutte le madri per il fatto che “danno al mondo la vita”, “hanno dato alla luce una vita umana”.

Eppure, al di là dell’essere madre o no, il Papa Francesco e la Premier Kallas sottolineano l’importanza della presenza (parlano proprio di presenza), della donna nelle sedi del Potere: entrambi, con convinzione e passione, osano sostenere un legame diretto tra donne e rifiuto della  guerra, quale tempo/spazio “crudele” di violenza, morte e disperazione.
Riflettiamo. Almeno da noi, nelle nostre democrazie in Europa, forse è ora di sperimentare, magari con un impegno convinto dei partiti di sinistra, riforme costituzionali nella direzione della parità assoluta uomini donne nei luoghi istituzionali della rappresentanza e del governo, con l’intento/speranza e di contenere la “logica scellerata del potere che porta alla guerra” e di introdurre, nel servizio politico al bene comune, l’idea/pratica della “cura” con tutte le sue implicazioni dirette e indirette sulla vita delle persone. Per dare alla pace una nuova possibilità e durata.




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