Vorrei
provare a porre, forse un po’ forzatamente, su un medesimo
piano,
per una riflessione aperta, parole proferite in contesti
molto diversi
da persone distanti tra loro, ma con un medesimo
pensiero/assillo nella testa.
Agli
inizi di aprile, nel suo viaggio apostolico a Malta, Papa
Francesco
ha ricordato: “La tenerezza delle
madri, che danno al mondo la vita,
e la
presenza delle donne sono l’alternativa vera alla logica
scellerata
del potere, che porta alla guerra.
Di compassione e di cura abbiamo
bisogno, non
di visioni ideologiche e di populismi, che si nutrono
di
parole d’odio e non hanno a cuore la vita concreta del
popolo,
della gente comune.”
Sempre in
Aprile, in un’intervista al Times, la Premier
dell’Estonia, Kallas, ha sostenuto: "Forse
è molto sessista, ma lo dirò comunque: se avete dato, se hai
dato alla luce una vita umana, togliere la vita al figlio di
un'altra madre è così crudele". E ilFattoquotidiano.it,
in sintesi, così ricostruisce l’affermazione di Kallas,
ispirata dal libro Il
declino della violenza di Steven
Pinker, psicologo di
origine canadese: “Se
al Cremlino ci
fosse stata una donna l’invasione dell’Ucraina non
ci sarebbe mai stata.”
Per
il Papa Francesco, quindi, “la
presenza delle donne è l’alternativa vera alla logica scellerata
del potere, che porta alla guerra”, e per la Premier
Kallas, “l’invasione dell’Ucraina non ci sarebbe stata,”con
una donna al Cremlino.
Ognuna/o
di noi è invitata/o a riflettere, e non può, per pigrizia mentale
e/o per inveterati luoghi comuni, cavarsela abbandonando il campo, semplicemente non ascoltando (quando
non si sminuisce/insulta); al
contrario, è tempo di comprendere quanto la storia del
potere e del
dominio, e delle conseguenti guerre, qualsiasi
origine abbiano avuto (religioni, nazionalismi,
imperialismi, razzismi, scontridi
classe, etc.) dipenda dalla cultura maschilista dei
capi/governanti, quasi
sempre, appunto, “maschi”; tutte le strutture di potere, nelle
democrazie meno, più nelle autocrazie, si fondano su questa visione dei
rapporti di forza direttamente alimentata/corroborata da secoli
di pratica maschile della volontà di
sopraffazione, vestita di ogni pretesa/pretesto e includente
ogni possibile atrocità lungo il percorso per la
“vittoria”.
Questa logica di guerra per la vittoria non è una logica facile da seguire da parte di tutte le madri per il fatto che “danno al mondo la vita”, “hanno dato alla luce una vita umana”.
Eppure, al di là dell’essere madre o no,
il Papa Francesco e la Premier Kallas sottolineano
l’importanza della presenza (parlano proprio
di presenza), della donna nelle
sedi del Potere: entrambi, con convinzione e passione, osano
sostenere un legame diretto tra donne e rifiuto della guerra, quale tempo/spazio “crudele” di
violenza, morte e disperazione.
Riflettiamo. Almeno da noi,
nelle nostre democrazie in Europa, forse è ora di
sperimentare, magari con un impegno convinto dei partiti di
sinistra, riforme costituzionali nella direzione della parità
assoluta uomini donne nei luoghi istituzionali della rappresentanza
e del governo, con l’intento/speranza e di
contenere la “logica scellerata del potere che porta alla
guerra” e di introdurre, nel servizio politico al bene comune,
l’idea/pratica della “cura” con tutte le sue
implicazioni dirette e indirette sulla vita delle persone. Per dare alla pace una nuova possibilità e durata.
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