martedì 14 giugno 2011

Un popolo “nuovo” in corsa per la democrazia.

Il risultato complessivo della tornata referendaria esprime, con chiarezza,
l’esistenza di un “nuovo” popolo non più disponibile a delegare ad altri
le decisioni fondamentali intorno ai "beni comuni":
per questa volta, l’acqua, la tutela della salute e dell’ambiente, 
l'uguaglianza di tutti davanti alla legge.
Chi ha votato, a prescindere dalla sua collocazione politica, 
a sinistra, al centro, a destra,
ha voluto, tra l'altro, esprimere, a mio avviso, e in prima persona,
anche queste semplici valutazioni:
1. non abbiamo bisogno delle indicazioni dei partiti, o peggio, 
dei “capi” per “scegliere”;
2. vogliamo e sappiamo contare, senza “aiutini”, soprattutto quando si vota; 
3. e sappiamo, in rete, non solo "giocare", ma anche "agitarci", 
quando e se necessario;
4. sappiamo di essere uguali, senza distinzione alcuna, davanti alla legge;
5. e, per questo, la “legalità” per noi viene prima di tutto 
(si può essere a favore del nucleare, ma non contro il principio
“la legge è uguale per tutti”!);
6. abbiamo fiducia nel “pubblico”, soprattutto quando si tratta di gestione 
di un bene pubblico, qual è, per questa volta, l’acqua;
7. ma questo non significa che nel “pubblico” la classe politica 
possa continuare a decidere e fare affari, per la spinta degli interessi privati, 
fuori dall’interesse pubblico;
8. vogliamo un ambiente sano e pulito, e soprattutto non correre rischi 
di nessun tipo con il nucleare;
9. e poiché abbiamo scelto, con i quattro sì, 
la garanzia del pubblico nella gestione dell’acqua,
la certezza della legge per tutti, 
la sicurezza dell’ambiente dal rischio nucleare,
la tutela della salute per noi e per chi verrà, 
intendiamo estendere anche ai giovani,
e al lavoro dei giovani, garanzie, certezze, sicurezze, tutele.
10. vogliamo, quindi, un’Italia diversa, libera, di centrodestra o di centrosinistra,
ma senza “capi” e senza “servi liberi e forti”.
Questo voto referendario, insieme, dunque, a una voglia di autogoverno,
chiede, in ultimo, una riflessione seria sia sul tema dell'attenzione 
ai limiti nell'uso delle risorse naturali,
sia sull'importanza dell'idea di sostenibilità nel rispetto dell'ambiente,
quasi indirizzando a un'ampia apertura alla cultura del limite.
O no?
Severo Laleo


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