lunedì 7 novembre 2011

La fine di un incubo



Se il governo Berlusconi cadrà presto, presto finirà un incubo.
L’incubo di un’ideologia, falsa e furba, da arte pubblicitaria,
fondata, a vuoto, su una “rivoluzione liberale”
(qualcuno dovrà pur chiedere perdono a Piero Gobetti!),
ideata, a proprio esclusivo vantaggio, da un imprenditore monopolista,
e guidata, a vantaggio suo e dei suoi clienti,
da un propagandista (praticante) dell’evasione fiscale,
in lotta perenne con i giudici, definiti, con fine linguaggio liberale,
lavoratori folli al servizio del Paese, con l’aggravante,
per sua grande meraviglia,
di non essere facilmente corruttibili.
Il suo, di Berlusconi, “carisma” è (stato) di grande materia:
non ha avuto dalla sua una nuova “frontiera” da conquistare,
ma solo il potere dei soldi, ancora forte in una società gonfia di sudditi,
privi, a destra e, spesso, a sinistra, di educazione liberale interiorizzata.
E vince quel “carisma”, perché tutto intorno al Capo ruota sui soldi
o sui suoi surrogati, generando un danarismo avvilente
dove il denaro non è più il segno di un personale "successo",
non è più la conquista di un guadagno con rigore costruito,
meritato, riconosciuto, apprezzato,
ma diventa strumento di asservimento,
metodo di conquista/tenuta di un potere fine a se stesso,
che rende vile l'asservito e più vile il suo “padrone”,
perché cancella, con il legame danaroso, ogni responsabilità, pubblica e privata.
E così, per la libertà del Capo, i nuovi vassalli ministri "liberali",
corrono con furia a smantellare il nostro già povero Stato,
annullando sé stessi e i propri compiti istituzionali;
e Gelmini, scoperto il merito (non suo), distrugge la scuola,
e Brunetta, additati i fannulloni, immiserisce la P.A.,
e La Russa, digerita la guerra, dota di Maserati la Difesa,
e Tremonti, intuita la grande crisi, sceglie imbelle la ritirata,
e Ministri della Giustizia, complici del Capo, allertano ispezioni,
mentre continuano ad aver parte e a girare al governo, in ogni modo,
i Romano, i Cosentino, le Brambilla, i Verdini, ed altri,
ignari dei bisogni delle persone normali,
ma determinati a salvaguardare gli interessi degli amici, con o senza cricca.
E finalmente muore questo governo, insieme alla magia del berlusconismo,
per l’insormontabile incapacità ideologica di saper pensare e praticare
un’equa distribuzione dei pesi per la soluzione della crisi.
Sarà un salto nel buio la fine del berlusconismo?
No, sarà un passaggio, dall’incubo alla normalità della politica,
perché non sarà più possibile ascoltare da un premier,
pur con il carisma del danaro a elargizione facile,
l’espressione: “Voglio guardare negli occhi chi mi tradirà”.
O no?
Severo Laleo 

1 commento:

  1. ...vero... "sarà un passaggio" e di certo positivo!
    Ma spero che domani il "se" che apre questo articolo sia già un ricordo lontano!
    :-)
    come sempre Grazie
    Giulia

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