sabato 10 novembre 2012

Schifani e l'antipolitica di Palazzo




Il nostro Presidente del Senato, Schifani, convinto sostenitore
un tempo della “Rivoluzione Liberale” del 1994,
ignorando i limiti della sua alta funzione istituzionale,
osa dichiarare, nel rispondere a una domanda di Beppe Fiorello,
sto lavorando per i cittadini, per la legge elettorale
che ci chiedono tutti. Ce la facciamo. Ce la stiamo mettendo tutta,
se no altro che Grillo al 30%, va all'80%”.

Proprio così. E’ insopportabile. E’ un’affermazione da dimissioni
d’obbligo. Al minimo da pubbliche scuse. Il perché è chiaro.
Il nostro Presidente del Senato Schifani ce la sta mettendo tutta”,
insieme ad altri suoi complici, evidentemente, perché sia approvata
presto una legge elettorale per raggiungere un preciso fine partitico.

Se il Presidente del Senato Schifani, pur uomo di Berlusconi,
avesse davvero interiorizzato una cultura autenticamente liberale,
se avesse imparato, per forza di scranno, a vestire l’abito del garante,
se la sua alta carica istituzionale gli avesse regalato il dono
di una vincolante cultura del limite, oggi dovrebbe essere preoccupato
più del degrado di molta parte dell’attuale classe politica, la “nominata”,
e molto meno dei tanti giovani, e non, pronti a votare le “5 stelle”.

In Italia, l’antipolitica non è fuori dal Palazzo, ma è al suo interno,
e proprio per difetto di cultura liberale.
O no?
Severo Laleo
P.S.
Nelle scuole di ogni ordine e grado, perché, forse, possa sperarsi 
di modificare, in futuro, il nostro italiano costume incline alla schiavitù, 
sarebbe ora di inserire, negli orari delle lezioni, un'ora al giorno
di "educazione alla democrazia". L’”educazione civica” non basta.

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