La coscienza, nel nostro Grande Bel Paese, per
seguire la retorica
infinita e misera di un nostro Premier, è una
risorsa speciale,
sempre utile, e multitasking.
Il Pd spesso scopre la sua coscienza, ma con più
determinazione
in questa fase di Gran Cambiamento con un Nuovo
Segretario.
Nel caso Azzollini, il senatore dal linguaggio
urinario, accusato
di associazione a delinquere e concorso in
bancarotta fraudolenta,
il richiamo alla coscienza, in quanto “proprio convincimento”,
genera libertà
di voto, ma quando in gioco è la riforma della Costituzione
il richiamo alla coscienza, in quanto “proprio convincimento”,
semplicemente
non esiste. I domiciliari per Azzollini valgono più
della Riforma del Senato.
La coscienza
del Pd è a servizio.
Il senatore Azzollini ha una sua coscienza.
Libera, senza lacci
e lacciuoli, da Uomo di Potere, al servizio del
Bene Comune.
Ma per fortuna ogni linguaggio scopre la “sua” coscienza,
specie quando è impegnati ad argomentare le
proprie ragioni.
E Azzollini si scopre persona di gran talento nel
convincere,
con il “suo” linguaggio Suor Marcella a eseguire i suoi ordini
(almeno
secondo l’accusa). Pare abbia usato, siamo maestri in Italia,
espressioni senza
peli sulla lingua per tenerla buona.
La sua è la coscienza del dominio.
Suor Marcella ha sicuramente timor di Dio, ma il
suo silenzio,
forse anch'esso per timor di Azzollini, svela, impedita
di ribellione civile,
la “sua” coscienza, comunque offesa. Eppure se Azzollini avesse parlato
di orina a Suor Giovanna, la suora impegnata
nel sociale nel Nord, oggi il senatore sarebbe ancora
costretto
a nascondersi con ignominia. Ma la coscienza
di Suor Marcella,
nel Sud, ha dettato la rassegnazione.
I senatori del M5S, oggi, al Senato, insieme ad
altri, hanno votato
per i domiciliari ad Azzollini. E’ vero, il Movimento 5 Stelle grida troppo
e alza i
toni oltre misura, una gioventù ad alto volume,
con un comportamento sui generis, senza esperienza di lunga data,
eppure, grazie alla
“sua” coscienza, ricordando Jahier, l’onore d’Italia
(almeno per ora)
è salvo!
O no?
Severo Laleo