mercoledì 19 settembre 2018

Lavoro domenicale, Napoleone e la sinistra




A proposito del dibattito sul lavoro domenicale/festivo,
per ora limitato al settore del commercio, intervenne, a suo tempo,
in linea generale, anche Napoleone, esprimendo 
-l’uomo, si sa, ha una sua grandezza!-
la sua visione etico-politica della società.

Così scriveva nel maggio 1807:
Più i miei popoli (ah, quanti leader ancora oggi gridano: il “mio popolo”!)
lavoreranno, meno ci saranno vizi.
(la salute morale dei popoli è sempre stato un vizio dei dittatori!)
Io sono l’autorità [...] e sarei disposto a ordinare che la domenica,
dopo le funzioni religiose, si riaprano le botteghe e le fabbriche,
e gli operai tornino al loro lavoro”.*

Forse, comunque giunga, una riduzione dell’orario di lavoro, 
con la sua conseguente idea politica di stabilire un limite 
all'attuale carico di lavoro, sempre più oppressivo,
a favore di un più ampio esercizio della libertà personale, 
senza dubbio, ha un’anima di sinistra.

O no?
Severo Laleo

* Ho trovato la citazione in Paul Lafargue, Diritto all’ozio; ovviamente
il testo tra parentesi è mio.

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