domenica 20 giugno 2021

I maschi del “nucleo” e le chiacchiere di Draghi

 



Il Presidente del Consiglio Draghi ha nominato, senza ripensamento 

alcuno, cinque uomini nella "nuova struttura tecnica" 

per la gestione dei fondi in arrivo per la realizzazione del PNRR.

Cinque maschi su cinque!

Eppure Draghi sembrava aver capito nei suoi discorsi d’inizio 

governativo, l’importanza di superare la disparità uomo-donna 

non solo a livello salariale e occupazionale. 

Infatti nel discorso programmatico di governo esposto

al Senato, Draghi sostenne: "Una vera parità di genere non significa 

un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede 

che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi". 


Con quali proposte e con quali atti il nostro PdC ha inteso/intende 

superare il fariseismo e garantire "parità di condizioni competitive

tra generi"? Azzerando la presenza di donne e dimenticando così 

di garantire, attraverso presenze maschili e femminili,

 “una visione della cura” anche là dove, in economia, 

è oltremodo necessaria?

Perché non nominare sei persone, tre uomini e tre donne, 

magari a sorteggio, da un elenco di persone, disponibili 

a domanda, estremamente qualificate per titoli e esperienze 

professionali? Si possono correggere errori così gravi?

Dov’è l’autorità di Draghi, valente servitore di Stato?

Non c’entra la politica, non c’entrano i partiti, c’entrano i flussi di potere

sempre vivi dentro ambienti sempre chiusi e dominati da maschi.


Il maschilismo è duro a morire. Anche per Draghi.

I maschi restano al proprio posto e le chiacchiere di Draghi

già volano nel vento.

O no?

Severo Laleo

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