Caro Scapece,
scusami se sarò spiccio stasera, ma vorrei solo parlarti rapidamente
della mia ultima lettura, ancora
un libro di (storia/cultura) politica.
Si tratta di Libertà
inutile di Gianfranco Pasquino.
E questa volta vorrei anche spingerti a leggerlo. Sai, Libertà inutile,
E questa volta vorrei anche spingerti a leggerlo. Sai, Libertà inutile,
è proprio un bel libro, si
legge bene, è essenziale, chiarificatore, molto,
soprattutto per chi ha
(usato) il giudizio facile, a volte pedagogicamente
guarnito, anche
se non sempre espressamente dichiarato,
con un suo procedere argomentato e documentato, con
discrezione
però, e sempre garbato/educato anche quando sprizza
gocce acri
di ironia, senza preferenze di sorta. Ed è davvero un
utilissimo
“profilo ideologico dell’Italia repubblicana” per
chiunque
voglia aspirare a essere parte, con una propria opinione
informata, di una “società classicamente democratica”.
E, per
quanto mi riguarda, tu ben sai, già sostenitore nei miei piccoli
ambienti scolastici, dell’insegnamento dell’”Educazione
Politica”,
lo vedrei bene, insieme alla lettura di carte/dichiarazioni (Costituzione,
Dichiarazione Universale,
Carta dei diritti europei, etc.), come testo
scolastico, d’obbligo o
consigliato, nel triennio secondario,
per tentare, naturalmente nelle mani di prof.
ferrate/i e appassionate/i,
di guidare ogni minore (si voterà a 16
anni!) all’interiorizzazione
(critica) di regole e procedure
democratiche, e al libero esercizio
della responsabilità (etica) verso l’/le/gli altro/e/i.
Altrimenti, per intenderci, si rischierà di mettere in mano
“’e criature” ... il
futuro della democrazia.
Ma a
volte ti incita alla rabbia, quella semplice, sai, del morso delle
labbra,
quando, durante il racconto, tranquillo, coinvolgente, mentre
sei sul punto
di cogliere l’importanza di una riflessione, e vuoi
capire con più sicurezza,
ecco una nota invidiosa pronta a
rimandarti al tuo posto, del tipo
“esauriente è l’analisi di…”, "sul punto si veda l’interessante esplorazione
condotta da…”. E
vabbè!
Infine, inaspettatamente, ho trovato anche un incoraggiante spunto
Infine, inaspettatamente, ho trovato anche un incoraggiante spunto
a non
abbandonare un tema, da me a volte
accarezzato, quello del sorteggio
nella selezione di candidature, e
non solo al parlamento (che, tu sai,
desidererei vedere composto a
parità assoluta uominidonne),
se possono essere valutate
incoraggianti queste parole inserite
in una nota:”il tema [del
sorteggio] circola più o meno sotterraneamente
ed è
sicuramente meritevole della massima attenzione.”
Hai capito? Meritevole della massima attenzione.
E, ancora, e
può sembrare una minuzia, ho trovato di grande serietà
quel non
dimenticare, almeno là dove il riferimento diventa significativo
(ad
es., nota 7, p. 50), l’altra metà del mondo, in un contesto
politico/culturale dominato, a dir poco, specie se si guardano le
vicende
di non pochi leader, anche oltre l’Italia, da una mentalità
e da un fare
al maschile: “le idee camminano sulle gambe degli
uomini (come affermò
il presidente Mao Tse-tung) e delle donne…”
E qui, come tu già immagini e sai, mi vien da chiedere: sono anche
le istituzioni democratiche in sé, così come sono (state)
concepite,
e come hanno funzionato e funzionano, e da chi sono agite,
con quali competenze, atteggiamenti e culture, parte integrante
di
quel processo di miglioramento/peggioramento della qualità
della
democrazia? E avrebbe un peso rilevabile/misurabile sulla qualità
della democrazia, una riforma di quelle istituzioni, ancora oggi
dominate in grandissima parte da uomini, nella direzione di una
parità
assoluta uominidonne? Vabbè, basta, se no continuo a
parlarti
del monocratismo e del bicratismo.
Stammi bene e sempre accuort.
Stammi bene e sempre accuort.
Buone cose.
Un abbraccio
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