venerdì 31 maggio 2024

La democrazia Usa a rischio, anche se...

 


Negli Stati Uniti (almeno per ora) una giuria "popolare", composta da 7 uomini e 5 donne, persone appunto scelte tra il "popolo", dopo aver seguito il processo, nelle sue testimonianze e nelle sue finali conclusioni, ha deciso, pare con attenta pacatezza e senza timore reverenziale, di dichiarare colpevole un ex Presidente, un candidato in corsa per la Presidenza e, soprattutto, un uomo potente per ricchezza e per linguaggio di minacciosa aggressività. Quelle 12 persone, alla fine di un processo pubblico, svolto nel pieno rispetto delle regole (e per il giudice responsabile non è  stata un'opera facile!), hanno portato a termine un compito di gran valore per il funzionamento delle istituzioni democratiche. 

Il sistema giudiziario ha ben retto a un urto così nuovo e travolgente.

 Ma per Putin, per Orbán, per Salvini quelle 12 persone non esistono, o, peggio, sono al servizio di una persecuzione politica; in verità, guardando in profondità, rappresentano, quelle 12 persone, un anello importante del funzionamento della democrazia fondata sulla divisione dei poteri. Se la politica in Usa, succube di una violenta retorica, già responsabile dell'attacco a Capitol Hill, travolgerà a breve anche queste ultime formali garanzie di minimo accettabile funzionamento democratico, la colpa sarà anche del "popolo". E non sarà indolore per il mondo intero. 

O no?

Severo Laleo

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